Vi sono intere aree di Brindisi prive dei servizi essenziali: acqua, fogna, illuminazione pubblica.
Sono zone di cui la maggior parte dei cittadini ignora l’esistenza: Torre Rossa, Montenegro, Giambattista, Muscia, Schiavone, Palmarini, Betlemme, Santa Teresa Pinti.
Sono Contrade in cui nel corso degli anni novanta sono state costruite abusivamente centinaia di case di diversa foggia e dimensione.
Spesso si è trattato di abusivismo di necessità visto che il Piano Regolatore Generale vigente era privo di tutti gli strumenti attuativi (Piani di recupero, Piani di zona di edilizia economica e popolare) e acquistare un alloggio era privilegio riservato a pochi atteso l’alto costo che avevano i suoli edificatori, che incideva inevitabilmente sul prezzo finale degli appartamenti.
Centinaia di abitazioni costruite abusivamente alla luce del sole, senza che nessuno intervenisse e con la complicità di molti.
Finalmente si è deciso di porre fine a questo utilizzo indiscriminato del territorio: da un lato definendo tutti gli strumenti attuativi che rendevano impossibile edificare in larghissime parti della città (Piani di recupero del Centro Storico, di Mattonelle, di San Pietro degli Schiavoni, dei Cappuccini) e dall’altro adottando delle varianti di recupero che facevano rientrare quelle Contrade nel corpo del Piano Regolatore Generale, prevedendo che fossero dotate dei servizi essenziali con oneri a carico degli autori degli abusi.
Era il luglio del 2000 quando il Consiglio Comunale adottò quelle varianti.
La Giunta Regionale nel 2005 (cinque anni dopo!) le approvò in vai definitiva.
Eppure, nonostante che siano trascorsi altri 14 anni, buona parte di quelle aree continuano ad essere prive dei servizi essenziali.
Qualche passo però è stato mosso: alcuni cittadini hanno realizzato in proprio le urbanizzazioni primarie e secondarie.
In alcune contrade, poi, sono stati realizzati i tronchi principali delle urbanizzazioni, in particolare dell’acqua e della fogna.
Tanto è avvenuto grazie a finanziamenti comunitari ottenuti dalla Amministrazione Comunale o a seguito di interventi realizzati direttamente dall’Acquedotto Pugliese.
Ho quindi presentato un Ordine del giorno, che sarà discusso al prossimo Consiglio Comunale, con cui si impegna l’Amministrazione Comunale a scorporare dagli oneri dovuti dagli autori degli abusi gli importi delle urbanizzazioni primarie e secondarie realizzate nelle Contrade oggetto a suo tempo di varianti di recupero non con fondi comunali.
Un modo per rendere più agevole il pagamento degli oneri agli abitanti di quelle zone, costretti altrimenti a dover versare decine di migliaia di euro che difficilmente sono nella loro disponibilità.
In via del tutto subordinata, laddove questo scorporo non fosse possibile per legge, ho proposto che gli importi equivalenti non finiscano nel calderone del bilancio comunale ma siano destinati a realizzare altri servizi in quelle stesse Contrade: penso alle scuole, agli asili nido, ai luoghi di aggregazione sociale.
Mi auguro che su questo argomento si apra un dibattito serio, che veda coinvolte tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale.
Il Capogruppo del PRI
Gabriele ANTONINO
Tuturano…..
IO CONOSCO LA REALTÀ DEL QUARTIERE MONTENEGRO..È STATO DESCRITTO PERFETTAMENTE DA GABRIELE ANTONINO..POSSO RISPONDERE SOLO DELLA REALTÀ CHE VIVONO I MONTENEGRINI VISTO CHE RAPPRESENTO IL COMITATO IN QUESTIONE. SOLDI NON CE NE È. .LA MAGGIOR PARTE DI NOI SONO AGRICOLTORI CON FIGLI DISOCCUPATI. UNA COSA È CHIEDERE LORO 1000 € DI CONTRIBUTO X L’URBANIZZAZIONE, ALTRO È CHIEDERE UNA CIFRA SUPERIORE. NON SI PUÒ SPRESPREMERE SANGUE DA UNA RAPA. STIAMO PARLANDO DI GENTE MOLTO UMILE CHE NON ARRIVA ALLA SECONDA SETTIMANA DEL MESE