I sindacati su Syndial: “Nessun danno ambientale, nessuna esposizione a danno sanitario!”

BRINDISI – Nessun danno ambientale, nessuna esposizione a danno sanitario!

Queste le importanti risultanze delle interlocuzioni intrattenute tra Syndial, società ambientale di Eni, proprietaria in parte delle aree interne ed esterne del petrolchimico, ed incaricata alla messa in sicurezza prima, alle bonifiche poi e per finire alla corretta restituzione a destinazione d’uso delle stesse, l’amministrazione Provinciale e nell’ambito delle sempre presenti e corrette Relazioni Industriali, alle Segreterie Territoriali di Categoria, Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil e alla RSU.

Con Orgoglio esprimiamo apprezzamento, dapprima per la celerità con cui il management Syndial sia intervenuto nei confronti del parere espresso dalla Provincia di Brindisi sulla analisi istruttoria sul progetto di bonifica terreno e falda, sia nei confronti della Cittadinanza nonché della forza lavoro diretta e indiretta, anche attraverso le Rappresentanze Sindacali.

Comprendendo le legittime preoccupazioni di chi è chiamato ad esprimersi, ormai da due decenni, eccessive però ci sono apparse, questa volta, le dichiarazioni, al limite dell’allarmismo, circa il reale stato del suolo e sottosuolo, che soltanto ora a causa di un lento iter burocratico inizia il percorso di rimozione e bonifica dagli inquinanti, ma soprattutto quello della falda sottostante che è stata messa in sicurezza di emergenza agli inizi degli anni 2000 ed è stato successivamente avviato il processo di bonifica definitiva, tuttora in corso.

Ebbene così come chiarito da Syndial in tutte le sedi istituzionali le aree all’interno dello stabilimento petrolchimico sono tra le più attenzionate dell’intera Area Sin (Sito di Interesse Nazionale) di Brindisi, e più nello specifico così come previsto e validato dagli enti, su una estensione complessiva di 123 ettari, di aree precedentemente destinate ad attività industriali, da tempo dismesse, soltanto pochissimi lotti per una estensione complessiva di 8 Ha presentano una residua contaminazione da trattare o rimuovere. Gli stessi lotti sono circoscritti, confinati e sottoposti a costante analisi ambientali, in contraddittorio, che non hanno tuttora mai rilevato propagazione nelle aree circostanti né nella falda sottostante.

Proprio a partire da queste aree, ma anche per la restante parte, Syndial ha già avviato l’iter istruttorio/autorizzativo, presentando l’Analisi di Rischio necessaria per la predisposizione del  piano di bonifica dei suoli al Ministero dell’Ambiente che attraverso le consuete Conferenze dei Servizi, istruttorie prima e decisorie poi, provvederà a valutare, eventualmente far modificare o integrare il progetto e successivamente autorizzarlo.

Nel frattempo tutta l’attività di confinamento e monitoraggio ambientale, a tutela di Tutti, dapprima di chi Lavora all’interno dello Stabilimento Petrolchimico, continuano incessantemente e sotto lo stretto controllo di Arpa Puglia.

I dati di cui sopra sono ulteriormente determinanti nella individuazione dei rischi appunto riportati nel Documento di Valutazione dei Rischi che non ha comportato alcuna modificazione, a maggior riprova di quanto dichiarato.

Per quanto concerne invece la situazione della falda, anch’essa identificata come fonte di propagazione di inquinamento da parte del parere della Provincia, va chiarito così come ben si evince dai verbali Arpa, che le azioni messe in campo ormai da diverso tempo e cioè aver completata la messa in sicurezza di emergenza della falda attraverso un barrieramento idraulico ed essere passati alla fase successiva di bonifica della stessa attraverso l’emungimento delle acque per mezzo di 76 pozzi ad una portata di 170 m3/h e il trattamento delle stesse nell’impianto TAF (Trattamento Acque di Falda) sta portando tutti gli effetti desirati. Non a caso l’aumento delle quantità inquinanti estratte ne è la riprova circa l’efficacia dello strumento.

Inoltre, sono in fase di realizzazione significativi investimenti, alcuni già realizzati, che potenzieranno la capacità di emungimento e trattamento delle acque, verranno introdotte nuove metodologie, attraverso l’implementazione delle BAT (Best Available Technoligy – Migliori Tecnologie Disponibili)  per meglio rispondere all’obiettivo di completa bonifica di falda e suolo delle aree Eni.

In più Syndial, in  accordo con gli Enti pubblici, è impegnata nella messa in sicurezza definitiva dell’area esterna al petrolchimico Micorosa dove sta realizzando il Diaframma, per la deviazione del canale Pandi.

Per ultimo, sempre Syndial ha già presentato il Progetto relativo alla bonifica dell’”Oasi protetta”, ritenuto approvabile, ed è in attesa del Decreto ministeriale, per l’avvio delle attività.

Per quanto sopra approfondito è evidente che tutto prosegue secondo i tempi previsti dalle norme e procedure, che l’entità e la qualità degli inquinanti presenti sono riconducibili alle attività industriali passate, e ormai cessate da tempo, e non da rilasci e/o depositi anomali, ma che soprattutto nessun Dipendente dello Stabilimento, così come alcun Cittadino né l’ambiente circostante è sottoposto ad impatti ambientali e sanitari.

Resta la nostra preoccupazione su quanto invece non viene ancora fatto, anche in termini di semplice caratterizzazione, in tutte quelle aree non di pertinenza o proprietà Eni o di qualche altra Multinazionale, per la quale continuiamo a sollecitare gli organi preposti ad attivarsi alla stessa stregua. Oltre che il rammarico per la lungaggine autorizzativa, che sposta sempre in avanti la definitiva bonifica e la conseguente restituzione agli usi legittimi delle aree, onde poter tentare di attrarre nuovi investimenti, non solo all’interno del Petrolchimico, ma soprattutto in tutta l’Area Industriale troppo frettolosamente delimitata come SIN a suo tempo.

   Le Segreterie Territoriali

   FILCTEM CGIL                        FEMCA CISL                                    UILTEC UIL

  (Antonio FRATTINI)        (Emiliano GIANNOCCARO)                     (Carlo PERRUCCI)

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