Nuovo Teatro Verdi: Carlo Buccirosso e «La rottamazione di un italiano perbene»

Un ristorante di periferia e una famiglia unita per la nuova invenzione di Carlo Buccirosso. Una vicenda attuale e scottante per Alberto Pisapìa, ristoratore di professione sull’orlo del fallimento, che dovrà affrontare un incubo che logora la serenità dell’intera famiglia. Appuntamento al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi martedì 3 marzo, con sipario alle ore 20.30.

 

Carlo Buccirosso approda per la prima volta al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi con una commedia tra le più divertenti del suo repertorio, degna della migliore tradizione napoletana, «La rottamazione di un italiano perbene», in arrivo martedì 3 marzo con sipario alle ore 20.30. Sullo spettacolo è attiva la promozione 2×1 che consente l’acquisto dell’ingresso abbinato a «Non è vero ma ci credo» con Enzo Decaro (12 marzo), al prezzo di un solo biglietto (posti di poltrona e galleria). La promozione è disponibile solo presso il botteghino del Teatro (T. 0831 562554).

Il testo è firmato da Carlo Buccirosso e tratto da un’altra sua commedia, «Il Miracolo di Don Ciccillo», sua anche la regia e il ruolo di protagonista. Alberto Pisapìa è un ristoratore sull’orlo del fallimento. Non passa giorno che non riceva una cartella esattoriale. A causa della crisi economica in cui versa il Paese e che si ripercuote sulla sua attività commerciale, aggiunta ad alcuni investimenti avventati consigliati dal fratello, suo avvocato e socio in affari, Alberto è ormai bersaglio sensibile di Equitalia. La pressione è insostenibile: la casa è ipotecata e non ci sono più risorse. Alberto è in preda a un esaurimento nervoso aggravato dalla freddezza arcigna della suocera, integerrimo funzionario della Agenzia delle Entrate che non ha alcuna intenzione di aiutarlo. Nemmeno l’amore della moglie, di cui anzi sospetta il tradimento, e le cure altrettanto amorevoli dei figli sembrano riportarlo alla lucidità e mostrargli una realtà diversa da quella che vede. In Alberto prende campo sempre più il pensiero della morte: la sua o quella della suocera.

Da questa grave e tristemente realistica condizione, Carlo Buccirosso crea e dirige una commedia divertente giocando sulla costruzione di ruoli sempre in tensione tra loro, credibili seppure molto caratterizzati. Una pièce irriverente che ha l’indiscusso merito di essere una rappresentazione corale: Buccirosso affida le maggiori occasioni di ilarità agli altri interpreti, tutti abilmente calati nei rispettivi ruoli. «La rottamazione di un italiano perbene» è una commedia paradossale e grottesca costruita sulle corde comiche ma anche drammatiche dell’attore napoletano. Alberto incuriosisce per le sfumature e i tanti riferimenti all’attualità: il protagonista affronta difficoltà e ossessioni con grande ilarità e sagacia, riuscendo a riportare lo spettatore all’essenzialità delle cose attraverso un percorso di risate ma anche di riflessioni. Sullo sfondo le “maledette tasse” con le annesse “inique” cartelle, incarnate nelle rigorose vesti della suocera e del postino Pollicino, latore della mortifera corrispondenza che toglie sonno e salute al titolare del “Picchio Rosso”.

Pisapìa si ritrova al centro di un dramma economico-esistenziale che fa fatica a risolvere, di certo l’uomo non trova la forza di patteggiare con lo Stato e quindi temporeggia in una estenuante lotta contro cavilli e burocrazia. In questo quadro asfissiante, la suocera diventa facilmente il capro espiatorio e la causa principale delle sventure del ristoratore che più volte cercherà di sopprimerla dando luogo ad alcune delle scene più divertenti e grottesche dell’intera commedia.

Lo spettacolo sottolinea come al solito la straordinaria prova di Carlo Buccirosso, al cui fianco si fa apprezzare un gruppo di attori affiatato e complice. Stupenda la voce di Donatella De Felice nei panni della moglie, esilarante Davide Marotta in quelli del postino, la cognata svampita di Fiorella Zullo, il cognato doppiogiochista di Peppe Miale. Frizzanti e complementari i due fratelli: Elvira Zingone e Giordano Bassetti, come pure Gino Monteleone (il sacerdote), Matteo Tugnoli (il filippino) e Tilde De Spirito (la suocera). Le scene sono di Gilda Cerullo e Renato Lori che rappresentano nel primo atto una camera da letto di una casa della media borghesia e nel secondo la cucina del ristorante di Alberto, il “Picchio Rosso”.

Si comincia alle ore 20.30
Durata: 120 minuti (due atti)
Info www.nuovoteatroverdi.com – T. (0831) 562 554 – 229 230

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