Egregio Presidente,
Siamo tutti perfettamente consapevoli della gravità della situazione determinata dall’emergenza “Covid-19” e apprezziamo gli sforzi che il Governo nazionale e quello regionale stanno compiendo per contenere la diffusione del virus ed assicurare la massima assistenza agli ammalati.
Ma come da giorni ci ripetono gli scienziati, siamo ancora all’inizio: il nostro Paese è chiamato ad affrontare una sfida epocale il cui risultato non è per nulla scontato!
Nelle ultime tre settimane il Governo ha prodotto ben dodici provvedimenti, di cui cinque Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, una ordinanza del Ministro della Salute, una circolare del Ministero degli Interni, una delibera del Consiglio dei Ministri e quattro Decreti Legge, a cui vanno aggiunte le varie circolari del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Questa è la selva di norme in cui una PMI deve districarsi per sopravvivere!
E’ vero, siamo in una situazione di emergenza, la salute viene prima di tutto, ma le PMI rappresentano l’ossatura del nostro sistema socio-economico. Non ci sarà alcun futuro per l’Italia, sconfitto il Coronavirus, senza le nostre micro, piccole e medie imprese, quelle che hanno fatto grande il nostro Paese e che devono continuare a fare grande nel mondo il Made in Italy.
La ricchezza dell’Italia si misura proprio attraverso loro, attraverso la capacità di milioni di uomini e donne che sono parte del nostro sistema produttivo che, o viene messo nelle condizioni di continuare a produrre qualcosa che il mercato mondiale apprezza, o saranno spazzate via, scomparendo dalla storia di questo paese.
Aprire i cancelli quando le forniture non arrivano, il clima aziendale è pessimo e la produttività precipita è un’impresa davvero ardua e pur volendo rispettare le prescrizioni del Dpcm 11 marzo 2020, ci troviamo purtroppo nell’impossibilità di reperire, nonostante tutti gli sforzi possibili, i dispositivi per assicurare ai lavoratori le indispensabili misure di sicurezza e di tutela della salute.
Pertanto, è con grande senso di responsabilità che chiediamo con forza, a Lei, Governatore della Puglia, di farsi portavoce nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri delle nostre necessità.
Basta con provvedimenti annunciati e approvati dopo giorni di agonia, come nel caso dell’ultimo Decreto Covid Ter, basta con soluzioni spot: il risultato è quello che tutti abbiamo sotto gli occhi, aumenta il numero dei contagiati e precipita il dato economico!
Non serve continuare a “provarci” andando avanti con approssimazioni successive, non serve continuare a generare confusione nella comunità.
La paura è insita in ogni uomo, ma guai se prende il sopravvento sulle decisioni!
Si proceda immediatamente e definitivamente con un provvedimento forte e deciso, perché non abbiamo più tanto tempo, facciamo tutti un grande sacrificio, “fermiamo” l’intero Paese per le prossime due settimane per arginare il virus e contenere il danno economico che sarà certamente inferiore a quello che si produrrà con questo modo di fare. Mettiamo in stand-by l’intero nostro paese, ovviamente ad esclusione delle attività indispensabili alla sopravvivenza, in modo da fermarci tutti nello stesso momento e nello stesso punto per poi ripartire tutti insieme, esattamente da dove ci siamo fermati.
L’esperienza cinese e quella italiana di “Codogno” non solo ci insegnano che in questo modo si arrestano i contagi ma si ha modo di ottimizzare l’uso delle risorse disponibili da dedicare soprattutto al sistema sanitario, per poi concentrarsi sulla ripartenza.
Brindisi, 17.03.2020
Franco Gentile
Presidente provinciale CNA Brindisi
Vice Presidente Vicario CNA Puglia Delegato all’Industria