Un’intera nazione, la prima nel mondo, chiusa per emergenza coronavirus.
Stiamo vivendo un’esperienza collettiva che, indipendentemente dalla sua pericolosità, non ci permette di dimenticare ciò che con molta abilità sappiamo nascondere meglio: la nostra fragilità e vulnerabilità.
La preoccupazione per la salute propria e delle persone care, l’incertezza del dopo emergenza e la lontananza forzata proprio dai genitori anziani o dai nonni per proteggerli da eventuali trasmissioni del virus, i cambiamenti che riguardano il lavoro e le abitudini quotidiane, la sospensione della libertà stanno mettendo a dura prova la “tenuta” di molti.
Anziani che vivono la quarantena in solitudine, donne e/o bambini per i quali la quarantena non è per nulla un luogo sicuro, chi la vive con un familiare disabile privato di ogni forma di aiuto o chi vive forzatamente in casa situazioni complesse e non serene per tanti altri motivi.
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Il presidente