Foto di minorenni prese dal web e pubblicate su chat Telegram, accompagnate da commenti che inneggiano alla violenza. A Lecce sbarca il cybershaming. La Procura dei minori ha già individuato uno degli studenti che ha diffuso le foto, ma dietro c’è una rete di pedofili adulti da stanare.
Una nuova, disgustosa tendenza ha preso piede sui canali Telegram, un’applicazione di messaggistica istantanea che offre la possibilità di creare chat segrete, non lascia traccia sui server, ha un timer per l’autodistruzione e non consente l’inoltro dei contenuti ad altri contatti. Si chiama cybershaming, è sbarcata a Lecce ed è stata denunciata dai rappresentanti di Azione studentesca del Liceo “Siciliani”. Diverse ragazzine tra i 12 ed i 16 anni hanno scoperto loro foto, accanto a quelle di tante altre amiche, su un gruppo Telegram ed ogni immagine riporta commenti ed offese squallidi in cui si istiga alla violenza ed all’omicidio, oltre a sondaggi e classifiche per individuare “la più stuprabile”. Una prima denuncia è stata fatta on line sul sito della Questura, mentre i ragazzi di Azione studentesca hanno parlato con alcune vittime e, raccolto il materiale, lo hanno messo a disposizione della Polizia Postale. In questi giorni, una ad una le ragazze vengono ascoltate dagli inquirenti, ma tante altre non hanno la forza di denunciare. Le inchieste sono due: una della Procura dei minori che ha già individuato il ragazzo che avrebbe diffuso le foto. Si tratta di uno studente leccese che non ha ancora compiuto la maggiore età. A suo carico, per ora, non è stata ancora formulata alcuna ipotesi di reato. La seconda, invece, è della Procura ordinaria che ritiene che dietro al ragazzo, e chissà quanti altri – che si prestano a fornire le foto – ci sia da stanare una rete di pedofili adulti, i veri committenti, che utilizzano i primi per arricchire i propri archivi ed esporre centinaia di minorenni a quello che è diventato, per loro e per le loro famiglie, un vero e proprio inferno.
Pamela Spinelli (Dal Tg Norba)