Inchiesta Carovigno: a fuoco le auto di un indagato. Intanto, l’opposizione chiede un incontro al Prefetto

Sviluppi inquietanti nell’inchiesta sulle presunte minacce e voto di scambio nelle amministrative del 2018 a Carovigno che la scorsa settimana ha portato all’arresto del 48enne Andrea Saponaro, accusato di aver costretto più persone a votare a favore delle liste che sostenevano l’attuale sindaco Massimo Lanzillotti. E proprio il primo cittadino è indagato nell’ambito della stessa inchiesta assieme ad altre 8 persone, tra il presidente del consiglio comunale Francesco Leoci e l’ex presidente del consorzio di Torre Guaceto Elio Lanzillotti. Indagato anche l’imprenditore agricolo Vincenzo Iaia al quale, nelle ultime ore, sono state date alle fiamme ben due auto. Gli inquirenti sono certi si tratti di dolo e ritengono che l’uomo, nel corso delle ultime amministrative, fosse molto vicino a Saponaro. Per lui le accuse sono gravissime: avrebbe minacciato di licenziamento una sua dipendente se avesse votato per il candidato del centrodestra, Tonino Pagliara, poi sconfitto per soli 8 voti. Pressioni che, secondo la Direzione Distrettuale antimafia di Lecce, erano finalizzate all’elezione di persone a loro vicine, per tornare successivamente a gestire il parcheggio di Torre Guaceto. Versione, questa, che il sindaco Lanzillotti ha negato, ribadendo la sua estraneità ai fatti contestati. Adesso, però, bisogna fare luce sull’intimidazione subita dall’imprenditore agricolo e capire eventuali collegamenti con l’inchiesta. Nel frattempo, proprio l’ex candidato sindaco Pagliara, a nome di tutti i consiglieri di opposizione del centro destra, ha chiesto un incontro al Prefetto di Brindisi per un confronto in ordine alla grave situazione del Comune di Carovigno.

 

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