Con delibera n.227 del 9 luglio 2020, la Giunta del Comune di Brindisi ha “transatto” debiti e crediti tra il Comune di Brindisi e la Brindisi Multiservizi (che ha come unico socio, proprio il Comune di Brindisi): tradotto in termini fattuali, la Giunta, che rappresenta il Comune quale organo esecutivo, ha transatto ipotetici debiti e crediti con la BMS, di cui è unico proprietario lo stesso Comune. Già questa circostanza, risulterebbe anomala se non elemento di nullità dell’atto che si è inteso deliberare, non fosse altro che sia il proprietario Comune che il Comune quale Ente, trattandosi di denaro dei cittadini (e dunque considerando la valenza pubblica di siffatta operazione) ben avrebbero potuto agire per gli ordinari processi deliberativi in seno alla propria società, piuttosto che farla apparire come “contraddittore di se stesso”.
Posto tuttavia che si possa procedere in tal senso, le leggi a riguardo impongono che la P.A. che intenda transare eventuali crediti, quando l’importo eccede la somma di 100.000 euro, necessita del parere dell’avvocatura che difende il soggetto o, in mancanza, del funzionario più elevato in grado, competente per il contenzioso. Curiosamente, manca proprio il parere del funzionario addetto al contenzioso (dovrebbe trattarsi del funzionario Dott. GRECO Pasquale) ma sono presenti, e di tanto aventi responsabilità personale, i soli pareri espressi (senza motivazione o relazione alcuna) dal dirigente del settore Lavoro ed Opere Pubbliche e Trasporti Dott. LACINIO, dal dirigente dei Servizi Finanziari Dott. SIMONE, e sorprendentemente, << per il comune >> il parere del dirigente addetto alle società partecipate Dott. Angelo ROMA. Ecco dunque la terza incongruità di questa anomala vicenda: nello stesso atto, è presente la medesima persona che riveste da un lato la figura del dirigente addetto alla società BMS, e dall’altro del Responsabile del procedimento per il Comune. Ma non solo. La transazione, ex art. 1965 c.c. rappresenta per l’Ente Locale uno strumento negoziale al pari dei soggetti privati sia persone fisiche che persone giuridiche che cerca di prevenire o porre fine a liti giudiziarie tutelando l’interesse pubblico. Tuttavia, per azionarlo in modo conforme alla legge, l’Organo di revisione (collegio dei Revisori) deve esprimere un giudizio di congruità, di coerenza, e di attendibilità contabile, e tanto per l’obbligo sancito dall’art. 239, comma 1.lett.b e comma 1. lett.c del TUEL (Testo unico Enti Locali 267/2000). Ma non si riesce a comprendere se il Collegio dei Revisori abbia espresso nel caso di questa enorme transazione, alcun parere in tal senso. Anche perché, si ricorda che sempre secondo la legge citata innanzi, l’Organo di revisione deve fare referto al Consiglio nel caso di gravi irregolarità di gestione e nel caso si configuri ipotesi di responsabilità deve fare contestualmente denuncia agli organi giurisdizionali, specie nell’attuale situazione di pre-dissesto per il quale è stato chiesto alla Corte dei Conti il piano pluriennale di rientro. Anche di questo, nulla appare rinvenibile dagli atti pubblicati dal Comune di Brindisi. Ed infine, nel caso in evidenza, ad avallare l’anomalia dell’atto in questione, vi è da dire che probabilmente il responsabile del servizio finanziario, per altro obbligato a segnalare a mezzo di informative sia gli amministratori che il Segretario Generale, pare che effettivamente abbia proceduto in tal senso evidenziando situazioni tali da pregiudicare gli equilibri di bilancio.
E questa, è solo l’iniziale lettura di un atto di transazione senza aver ancora analizzato il merito della vicenda. Entrando nel dettaglio, infatti, colpisce innanzi tutto un dato: si argomenta su presunte “pendenze” quando non si conosce alcuna lite in tal senso, e soprattutto, si definiscono i crediti ed i debiti conciliati nella transazione, << come tendenziali >>. Insomma, nel merito della vicenda non solo si argomenta su liti che potrebbero insorgere tra il medesimo soggetto (proprietario ed Ente che litiga da solo!!!), ma addirittura si è provveduto ad azzerare un credito “tendenziale” del Comune di Brindisi pari a 569.197,10 euro, con un debito sempre “tendenziale” di 415.233,04 euro della società BMS del Comune medesimo. Ma se i crediti e i debiti non sono certi, liquidi ed esigibili, perché sono stati rispettivamente riconosciuti dall’amministrazione e persino transatti?
La domanda sostanziale è: qual’è il motivo per il quale oltre mezzo milione di euro dei contribuenti è andato in fumo? E non mi venite a dire che poi, magari, vengono liquidati da parte del dirigente del servizio finanziario incentivi ed indennità varie al personale ove venga rilevato che la gestione delle entrate e delle spese evidenzi il costituirsi di situazioni non compensabili da maggiori entrate o minori spese tali da pregiudicare equilibri di bilancio!
Della questione, per altro sollevata ab initio dal capogruppo della Lega Ercole SAPONARO, presto ci sarà una discussione nel prossimo Consiglio, laddove il nostro Consigliere provvederà alla denuncia di siffatti comportamenti da parte della Giunta. A questo devono guardare i cittadini di Brindisi, e non certo agli specchietti per le allodole messi in campo da altre parti politiche che diventano marginali se considerata la gravità e l’entità di questo atto. Certo, parlare dei corsi chiusi o aperti, delle inaspettate offese delle associazioni, di chi è divenuto fan di un candidato, delle spiagge e dei cani e via discorrendo, ha o potrebbe avere una sua importanza, ma di fronte a questa circostanza, che invece non è visibile al cittadino né facilmente comprensibile, e che per di più porta proprio a quelle carenza che i cittadini vedono meglio (l’ultima sul trasporto rurale dei ragazzi), beh mie cari, aprite gli occhi.
Non sono candidato ad alcunché, per tanto non ho l’interesse di “farmi vivo” sotto elezioni.
Avv. Fabio LEOCI
Sei solo una persona dok… che ami brindisi….come pochi