I Carabinieri forestali della Stazione di Ceglie Messapica, dopo approfondite indagini, e su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Brindisi dott. Maurizio Saso, a seguito di richiesta del Sostituto Procuratore dott. Pierpaolo Montinaro, il 24 ottobre 2019 avevano sottoposto a sequestro preventivo il depuratore di Francavilla Fontana.
L’ intervento si era reso necessario per evitare le ulteriori conseguenze di vari malfunzionamenti dell’ impianto, dal quale si erano evidenziati a più riprese sversamenti “sospetti” nel Canale Reale, che un’ accurata consulenza tecnica disposta dal Sostituto Procuratore ha attribuito al superamento di limiti tabellari (stabiliti in All. 5 della Parte III del D.Lgs. 152/2006 “Testo Unico dell’ Ambiente”) trasportati dal corso d’ acqua fino in mare, sfociando nello specchio d’ acqua ricompreso nella Riserva Marina di Torre Guaceto (con pericolo concreto e attuale di eutrofizzazione delle acque).
Per i reati ascritti, che andavano dall’ esercizio dell’ impianto con autorizzazione regionale scaduta (fin dal giugno 2016), all’ abbandono e deposito incontrollato di rifiuti (per i reflui tracimati dall’ impianto) fino al mutamento dell’ habitat della Riserva Naturale dello Stato ed Area Marina Protetta di Torre Guaceto, tutelata ai sensi della legge-quadro n. 394/1991, vennero sottoposte ad indagini preliminari 12 persone, responsabili di settore, a vario titolo, dell’ AqP e del Consorzio di Bonifica dell’ Arneo, sotto la cui gestione ricade il Canale Reale.
Viste le gravi carenze riscontrate nella gestione dell’impianto, dopo le prime indagini scaturite nel provvedimento di sequestro dell’ impianto, il G.I.P. aveva nominato un’ amministratore giudiziario perché affiancasse i gestori nella regolarizzazione dell’ attività del depuratore.
Dopo quasi un anno di indagini, che il Magistrato aveva affidato ai Carabinieri Forestali di Brindisi e Ceglie Messapica, a tre qualificati Consulenti Tecnici di Bari, e ad A.R.P.A. Puglia, si sono concluse le indagini preliminari, con l’emissione di un’ Avviso di Garanzia, in cui viene confermata la commissione dei numerosi reati già accertati in precedenza, e l’ulteriore contestazione del reato gravissimo di danno ambientale previsto dall’art. 452-bis del codice penale.
Infatti, attraverso “stazioni di campionamento”, attivate secondo le previsioni della Direttiva 60/2000/CE recepita dal D.L.vo 152/2006, è stata accertata la compromissione e il deterioramento significativi delle acque, e del sottosuolo, nonché dell’ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora e della fauna (determinati tra l’altro nell’area naturale protetta di Torre Guaceto, in cui vigono numerosi vincoli), ed in particolare, è stato accertato che lo scarico del depuratore ha trasferito il carico inquinante dei reflui non depurati sulle matrici ambientali, alterando i valori degli “indicatori ecologici”, ed impattando negativamente sugli “elementi di qualità biologica” e sulle comunità che vivono nell’ecosistema.
Un ulteriore reato che viene contestato nell’ avviso di garanzia sono gli illeciti amministrativi relativi alle responsabilità della Società AqP, disposte dal Decreto legislativo n. 231/01 (“Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e degli Enti”), che prevedono la cessione di centinaia di quote societarie.
Dopo due anni di indagini impegnative e di particolare specificità, si è concluso un importante capitolo per la provincia di Brindisi, con un’ azione complessa e risolutiva di una situazione di grave perturbamento degli equilibri ambientali del principale corso d’ acqua del territorio e di un’ area naturale protetta di rilevanza nazionale ed internazionale.