Caro Cristiano,
dalla ricostruzione della “storia” che hai affidato a media e giornali manca un particolare necessario e dirimente: dall’insediamento di questa amministrazione ad oggi, hai ricoperto tu il ruolo di assessore al bilancio. La rinuncia a fare politica a favore dell’aritmetica, cioè sacrificare il cuore sull’altare dei numeri è esattamente quello che hai scelto di professare abdicando, al tuo ruolo, per assumere quello di fido portavoce del dirigente.
Questo è il vero vulnus, il vero smottamento del terreno sul percorso di questa amministrazione.
Il programma elettorale, scritto a più mani, con cui sono stati richiesti i voti alla città, che tu richiami, e che anche noi confermiamo ricco di proposte, di idee, rappresenta proprio le fondamenta sulle quali stiamo costruendo certezze per la città.
Tutto esattamente in coerenza con le linee programmatiche presentate alla città nel primo consiglio, che sono la bussola che ha sempre guidato la rotta di questa nave sulla quale anche tu avevi un posto privilegiato che ti ha permesso di ammirare ogni panorama della crociera: rottura con il passato, autonomia della città, capacità di tenere insieme le ragioni di salute e lavoro, un protagonismo tutto nuovo nei rapporti con i governi superiori.
Forse dormivi in cabina quando abbiamo costeggiato, dopo pochi mesi, la stabilizzazione degli Lsu, o quando abbiamo ammirato la bellezza di una graduatoria definitiva per gli alloggi popolari che mancava da diversi anni ma anche quando con caparbietà si è posto fine alla vergogna Parco Bove. Tutti passaggi epocali di assoluta rottura con il passato e caratterizzati da un unico comune denominatore: la legalità.
Forse eri distratto sul ponte della nave intento ed interessato con alcuni esponenti di forze politiche che pure ci avevano sostenuto, più alla pratica di esercizi intellettualoidi buoni per qualche comunicato stampa che a profondere impegno e produrre idee e lavoro. Eppure le nostre riunioni sono sempre state aperte a tutte le forze politiche e ai loro suggerimenti e contributi.
Se non ti fossi distratto ti saresti, ad esempio, sicuramente accorto che nel dialogo con le grandi aziende la città non ha più quel ruolo subalterno ma è capace di dettare l’agenda del dibattito e del confronto. Con la forza di azioni mai accadute prima e anzi osteggiate dal passato politico.
E ti sei evidentemente anche perso che nel rapporto con i governi superiori tanto è stato fatto per dare finalmente alla città un ruolo da protagonista: la vicenda palaeventi in primis ma anche il dialogo tutt’ora vivo e produttivo sul Cis, ne sono fervida testimonianza.
Sulle politiche sociali però vogliamo ringraziarti davvero per aver sottolineato alla città come il lavoro di Sindaco e giunta (anche fatto di tanti incontri con le parti sociali), contrariamente alla visione ragionieristica del dirigente e intervenendo su altro, aveva di fatto blindato tutti i servizi sociali che oggi ci ritroviamo sul pallottoliere con l’intervento del commissario ad acta che, giustamente dal suo punto di vista, non opera in termini politici ma strettamente numerici.
Insomma caro Cristiano, amico con il quale abbiamo condiviso questo pezzo di viaggio, la tua versione dei fatti è parziale, ingenerosa ed anche, lasciacelo dire, politicamente suicida. Brindisi Bene Comune