L’ultima di campionato tra Brindisi e Portici non ha fatto altro che aumentare i rimpianti e la delusione per ciò che è successo, retrocedere, e quello che poteva succedere, salvarsi. Quanto di peggio s’ipotizzava prima del fischio d’inizio di questo match si è puntualmente realizzato, con i preventivati risultati del Francavilla in Sinni e dell’Aversa che, di fatto, hanno reso inutile la vittoria per 2 a 1 su i campani. La salvezza doveva essere conquistata ben prima dell’ultima giornata e questo attraverso una gestione societaria ben diversa da quanto è accaduto in questa stagione: una formazione stravolta a più riprese, i “consolidati” pessimi rapporti tra i vari soci, una mancanza totale di un dirigente leader, capace di accentrare le responsabilità necessarie, e una scarsa capacità di comunicazioni e relazioni esterne. C’è la convinzione che molte società hanno avuto in questo campionato budget inferiori di quelli del Brindisi F.C., ma con altrettanta convinzione si può dire che la formazione biancazzurra sia diventata, nel corso della stagione, la più debole di tutto il girone H, e che la retrocessione sia stata la normale conseguenza delle scellerate decisioni societarie. Nonostante ciò il Brindisi sarebbe potuto ugualmente rimanere in serie D, se solo fosse stata capace di conquistare qualche misero punto in alcune partite chiave, o non fosse stata danneggiata con i 2 punti di penalizzazione, assegnati per irregolarità nei pagamenti di alcuni giocatori; ennesima “perla” societaria pagata ad altissimo prezzo. Il futuro? Onestamente non riusciamo a prevederlo, ma di una cosa la piazza è convinta, che se questa società resterà tale e quale a quella che è, non ci sarà un domani! È importante che gli attuali soci ne prendano coscienza e decidano per il bene, loro e della squadra.
Che vergogna dare in mano una società storica à dei cialtroni, adesso ripartiamo à portare il Brindisi dove conta .