Ancora una volta, l’Amministrazione comunale di Brindisi si fa notare per scarsa conoscenza del territorio e per un non adeguato senso pragmatico, accentuando il distacco tra la cosa pubblica e le esigenze reali della popolazione. Il tutto, in nome delle proprie convinzioni ideologiche e non di cosa la comunità ha veramente bisogno. E’ il caso della volontà di questa amministrazione di dotare Brindisi del servizio di utilizzo dei monopattini elettrici: scelta che sta creando non pochi malumori tra i cittadini.
Con provvedimento dirigenziale n.1359 del 24 settembre u.s. del settore Contratti e Appalti, infatti, il Comune di Brindisi ha aggiudicato alla ditta “Bit Mobility Srl” di Bussolengo (Verona), con procedura aperta telematica, l’appalto per il servizio di attività di mobilità in “sharing free floating”, tradotto letteralmente in “condivisione libera fluttuante”, con monopattini elettrici su tutto il territorio comunale. In sostanza, è un servizio che prevede l’utilizzo su prenotazione del monopattino attraverso un app per poi, una volta raggiunta la destinazione prevista dall’utente, lasciare l’attrezzo dove si vuole, in strada o sul marciapiede, a disposizione di altri utilizzatori.
Nulla da obiettare sulla modalità di aggiudicazione della gara, espletata in maniera corretta dagli uffici comunali, per un servizio a totale carico dell’azienda vincitrice. Come nulla da obiettare sulla finalità della tutela ambientale.
Molto da non condividere, invece, per il tipo di servizio di mobilità individuato da questa Amministrazione comunale, previsto su arterie viarie non idonee al fine.
Brindisi, soprattutto nel centro cittadino, per sua conformazione urbanistica non può infatti godere di strade larghe e spaziose, che possano essere percorse in sicurezza da auto, motocicli, biciclette, monopattini e soprattutto attraversate da pedoni. Di contro, per penuria di parcheggi, ambedue i lati di tantissime nostre strade sono utilizzati per la sosta delle auto, con ulteriore restringimento della carreggiata. Brindisi, al di là dei corsi principali e dei 500 metri del Lungomare, non ha questo tipo di strade e non ha marciapiedi strutturati a completo utilizzo dei pedoni, visti i numerosi incroci stradali a raso esistenti. Per non parlare delle alte velocità che questi monopattini raggiungono, al contrario delle più tradizionali biciclette;del mancato rispetto del Codice della strada per l’assenza di adeguata normativa; dell’utilizzo non obbligatorio del casco di protezione da parte degli utenti, anche minorenni, della mancata copertura assicurativa obbligatoria. E poi, dove verranno lasciati questi monopattini? In mezzo alla strada o sui marciapiedi, come si evince dal termine inglese “floating”, con evidente intralcio alla circolazione e al passeggio dei pedoni. Ma mentre nelle grandi città gli spazi sono ben più congrui di quelli di Brindisi, qui da noi sarà una Via Crucis bella e buona, con dribbling e slalom tra monopattini stesi sull’asfalto degni dei più funambolici calciatori !!!
Da ultimo, apprezzo le buone intenzioni dell’assessore Tiziana Brigante –che probabilmente ha colto anche lei i malumori di cui dicevo prima- nel voler chiedere all’azienda il rispetto delle norme di sicurezza: ma il rispetto delle norme era cosa implicita!. Forse bisognava attrezzarsi prima di aggiudicare perchè, ora come ora, la vedo dura a trovare spazi idonei in città per lasciare questi monopattini a cielo aperto, sparsi qua e là. Basta vistare altre città, anche più grandi, per capire le difficoltà logistiche, ampliate ancor di più a Brindisi.
Carmela Lo Martire