L’iniziativa del Ministro per il Sud Mara Carfagna di riportare le attenzioni del Governo sul Contratto Istituzionale di Sviluppo di Brindisi/Lecce è senza dubbio lodevole. Questo territorio, infatti, ha pagato lo scotto delle crisi di Governo e prova per la terza volta ad ottenere quello che gli spetta in termini di intervento dello Stato in favore di un’area che ha dato tanto al resto del paese. Con i vari passaggi che si sono consumati negli ultimi anni, però, il raggio di azione di questo “contratto” si è esteso, includendo dapprima la città di Lecce ed i comuni “cerniera” tra i due capoluoghi salentini e adesso addirittura tutti i comuni che si affacciano sull’Adriatico, partendo da Fasano per giungere sino alla punta del tacco d’Italia. Non ci sarebbe nessun problema, ovviamente, se non si fosse costretti a fare i conti sempre con la “coperta corta” e quindi con risorse limitate.
Sarà per questo motivo che proprio il Ministro ha voluto dare una traccia, invitando i comuni a prevedere interventi che riguardino la salvaguardia e, più in generale, la riqualificazione della costa, con possibili riverberi culturali e turistici. I comuni interessati del Brindisino (a partire dal capoluogo, che ha già svolto un apprezzabile lavoro di selezione di possibili interventi da far finanziare), grazie ad un auspicabile lavoro di coordinamento della Provincia, dichiarano di essere pronti a presentare una progettualità adeguata, anche se lo sforzo che bisognerà compiere sarà quello di giungere ad un’armonizzazione degli interventi (e non solo tra i comuni della provincia di brindisi, ma tra tutti quelli coinvolti nel CIS).Un compito difficile, forse impossibile, non fosse altro per il termine del 10 marzo entro il quale i progetti andranno presentati ai competenti uffici di Invitalia prima della valutazione finale da parte del Governo. Ovviamente siamo certi che le singole Amministrazioni Comunali stiano già lavorando sulla progettualità da sottoporre agli organismi di verifica, e la CNA dichiara sin da ora la propria disponibilità a fornire un contributo, come peraltro già accaduto in passato, in termini di idee per finalizzare gli investimenti in accordo all’obbiettivo per cui sono stati concepiti i C.I.S. e cioè la possibilità di determinare le condizioni per l’aumento della competitività del territorio, con conseguenti ritorni in termini economici ed occupazionali. Insomma, non si tratta di interventi a pioggia o di risorse da elargire per manutenzioni o per opere “ordinarie”. Sono finanziamenti che devono servire a generare nuove forme di sviluppo ed a consolidare l’esistente. Il tutto, finalizzato a porre un freno ad una crisi che rischia di vanificare gli sforzi compiuti per decenni dalle nostre comunità, spesso a caro prezzo anche dal punto di vista ambientale. Certo, aver allargato le maglie sino a venti comuni vanifica questa speranza. Qui da noi – è inutile negarlo – ci si aspettava che il CIS potesse riguardare Brindisi, così come è avvenuto a Taranto, Foggia e Matera (tanto per citare le realtà a noi vicine). Ed invece dovremo fare i conti con una parcellizzazione delle risorse disponibili, peraltro incentrate su un segmento importantissimo come quello delle coste, ma che non potrà fungere da moltiplicatore economico (quantomeno in tempi brevi e nelle proporzioni che in tanti avevamo auspicato).Ben venga il C.I.S, quindi, ma sia chiaro che non è questa la risposta che Brindisi si aspettava dal Governo. Ovviamente nessuno pensava ad interventi come quello messo in piedi per Taranto, ma la disparità di trattamento fra territori che – sia pure in misura differente – hanno patito gli stessi problemi, è davvero tanta da non poter far finta di nulla! E purtroppo questa vicenda del C.I.S. fa seguito a quella della ZES Adriatica. Anche in quel caso, infatti, ci si era illusi di poter ottenere maggiori attenzioni per Brindisi ed invece le maglie sono state allargate così tanto da non poter prevedere alcun ritorno reale in termini di risorse disponibili. Non è così che si aiuta questo territorio e non erano questi gli impegni assunti dal Governo nei confronti dei nostri amministratori e quindi delle nostre comunità.
Franco Gentile – Presidente CNA Brindisi