“Cosa buona l’accoglienza, ma attenzione…” – della dr.ssa Tiziana Rizzo

Mi  soffermo  su un aspetto pedagogico importante.L’accoglienza. In molti comuni  è stato redatto un comunicato dove ci sono famiglie pronte ad ospitare   le donne e i minori che vengono in Italia per rifugiarsi dalla guerra. L’iniziativa è assolutamente  nobile,  ma attenzione. Ci siamo chiesti quali è quanti danni psicologici comporta l’affidamento temporaneo agli affidati e agli affidatari ? Proviamo ad immaginare che accogliamo nelle nostre case una mamma con dei bambini. Accogliere in casa vuol dire condividere gli spazi in comune, mangiare lo stesso cibo, comunicare,  procurare del vestiario e altre esigenze .Accogliere vuol dire dare una grossa responsabilità ai servizi sociali che si assumono la doppia responsabilità di garantire sia alle famiglie accoglienti che agli ospiti la  garanzia che siano persone per bene .Comprendiamo tutti che ci sono le famiglie sane e le famiglie malate.. Sembra semplice,  ma non lo è. Accogliere vuol dire farsi carico di un investimento economico a carico delle famiglie accoglienti senza una scadenza di permanenza.Alla luce di queste criticità mi chiedo e chiedo: non sarebbe più logico e naturale  che le amministrazioni mettessero a disposizione le strutture comunali, le parrocchie e tutti i luoghi dove poter ospitare temporaneamente le donne con i bambini, senza caricare di responsabilità le famiglie italiane che già sono in affanno  per la grave crisi economica ?Ricordo a me stessa che l’affido  temporaneo, quando revocato , procura nella psiche e nel cuore ferite dolorose e anziché fare del bene si fa solo del male creando una forma di affezione illusoria che potrebbe portare a gravi conseguenze.Riflettiamoci, perché d’istinto siamo tutti disponibili a farlo,  ma bisogna fare i conti con la realtà e la ragione  e noi questa realtà non l’abbiamo certamente ne creata ne ‘ voluta.

Dott.ssa Teodora Tiziana Rizzo

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