BRINDISI – ‘Filumena Marturano’ è una delle celeberrime opere italiane del panorama teatrale nostrano e internazionale. Altrettanto celeberrima, prestigiosa, ‘sacra’ è la firma dell’autore, l’immenso ed inarrivabile Eduardo De Filippo.
Lo spettacolo è andato in scena ieri sera, presso il Teatro Verdi di Brindisi. Un testo tutto napoletano che, però, ha visto una totale partecipazione del pubblico presente in sala. Scroscianti gli applausi al termine della recitazione.
La commedia, scritta nel lontano 1946, parla di una donna matura con un passato da prostituta, mantenuta per 25 lunghi anni da Don Domenico Soriano, ricco pasticciere napoletano e suo vecchio cliente, la quale assume in tutti i sensi il ruolo di moglie dell’uomo, pur non avendone diritto. Poi, Filumena costringe Don Mimì a sposarla, fingendosi morente. L’uomo, però, scopre l’inganno e va su tutte le furie. Nel frattempo, la protagonista gli confessa di avere tre figli, ignari dell’esistenza della madre, avuti da altri uomini. Non solo. Gli svela anche che uno dei tre è addirittura suo figlio, ma senza indicargli quale. E mai si saprà. L’intento di Filumena Marturano è quello di tutelare i suoi figli, senza che uno di loro abbia un trattamento di riguardo da parte di Don Mimì, magari spinto dal sacrosanto senso paterno.
Filumena è una donna forte, accorta ed ostinata, che fa suo il detto ‘il fine giustifica i mezzi’ e che conosce bene il suo passato e sa da dove viene, senza rinnegare nulla, però. Anzi, se inscena tutti questi inganni è proprio per amore dei suoi tre figli, volenterosa di assicurare loro un futura decisamente migliore del suo.
Nella commedia c’è tutta la contrapposizione di due mondi così lontani, ma uniti, sostanzialmente, da un sentimento; da una parte, la Napoli dei ‘bassi’, trasudante miseria e dignità, dall’altra, la città ‘bene’, spensierata e inconsapevole, che sfrutta e umilia la prima.
Ancora una volta, Eduardo De Filippo mette in scena la crisi della famiglia patriarcale borghese. Filumena è consapevole del tramonto di quella coppia basata sull’amore. Sa bene che di quella famiglia rimane ben poco e che, se la si vuol far sopravvivere, bisogna rinsaldarne l’unità economica. Forse, col tempo, si formerà una famiglia, non più quella ‘convenzionale’, ma quella ricostruita, basata sul reciproco rispetto anche verso i figli di una prostituta.
Filumena Marturano, la ‘madre coraggio’, è stata interpretata, ieri sera, magistralmente da Mariangela D’Abbraccio, attrice capace di far ‘suo’ qualsivoglia personaggio. Un personaggio che la D’Abbraccio regala al pubblico in una forma ancora più determinata. L’attrice ha debuttato proprio con lo stesso Eduardo, ma in scena era col figlio Luca. “Proprio Eduardo mi ha fatto debuttare – ha dichiarato la D’Abbraccio – quasi casualmente, portandomi nella compagnia di Luca. In quel momento, non mi rendevo conto di quello che mi stava accadendo. Ho provato il piacere di essere in una primissima compagnia teatrale. Ho capito cosa vuol dire essere catapultata dal nulla in dei grandi teatri”. Come detto, Filumena Marturano è una donna pronta a tutto per amore dei propri figli. E’ ostinata e caparbia a regalare loro una serenità economica, a differenza di quanto non abbia avuto lei stessa. Forza, coraggio, ingegno, tenacia, solitudine, rabbia, ma soprattutto amore: ecco chi è il personaggio creato da De Filippo. Ma quanto c’è di Filumena in Mariangela D’Abbraccio? “Ammiro tante cose di Filumena – ha continuato l’attrice – soprattutto la determinazione e la pazienza. Credo di avere queste cose in comune con lei. La determinazione di un progetto di vita, di un cambiamento sociale che lei chiede, perché viene dalla strada e vuole essere riconosciuta come una donna che ha una dignità. Mi riconosco nella determinazione dei progetti di vita”. La commedia tratta, principalmente, il tema dei figli illegittimi. Uno ‘spettro’ per l’epoca, ma oggi sembra essere all’ordine del giorno, però con i medesimi pregiudizi, i quali col tempo difficilmente si modificano: “Ora non fa più scandalo – ha concluso la D’Abbraccio – però, ci sono altre cose che continuano a non essere accettate dalla società, tipo la famiglia allargata, non tradizionale. C’è da conquistare l’accettazione di questo”.
Tommaso Lamarina Redazione |