È con grande gioia, che voglio condividere anzitutto con la mia famiglia, che comunico di aver appreso che, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, sono stato insignito dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella della distinzione onorifica di CAVALIERE dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.
Sono contento per me e per tutti quelli che, come me, si impegnano nel mondo del lavoro e sociale con il senso del dovere massimo che si deve al prossimo, alimentando la competenza non solo per sé, ma prima di tutto per dare il meglio ai più fragili e ai nostri figli.
Per poter essere insigniti del titolo di Cavaliere della Repubblica occorre essersi distinti in campo politico, artistico, lavorativo, sociale o militare.
Chi si è distinto però tale da meritare un così alto ricoscimento, non è solo il sottoscritto, ma l’impegno profuso di tutti coloro che credono, anche spesso in solitudine e fuori dal coro, che passione, competenza, senso del dovere, non siano fuori moda, ma anzi l’unica speranza per risollevare le nostre comunità e per fare bene il bene, nella consapevolezza che la felicità a buon mercato è effimera, quella autentica richiede lucidità, cuore, buon senso e sacrificio.
Sono doppiamente felice inoltre di aver ricevuto l’onoreficienza su proposta dell’attuale Presidente del Consiglio e per mano dell’attuale Presidente della Repubblica, che del nostro Paese sono tra le punte più alte della pubblica reputazione e dell’esempio di vita.
Un grazie infine alla mia cara famiglia e a tutti coloro che hanno creduto in me negli anni in cui le nostre esistenze si sono piacevolmente incrociate, a partire dal Senatore Luigi Vitali che nelle sue prerogative, di sua sponte e senza preavviso, segnalò il mio particolare impegno all’apposito ufficio presso il Governo Italiano allora in carica. Non posso inoltre sottacere la grande carica emotiva e motivante a non mollare nell’impegno sociale, ricevuta dal mio amico fraterno Albano Carrisi, quando ogni tanto lo scoramento imperversa dinanzi al deserto dell’immeritocrazia e al silenzio dei decisori pubblici e di quelli che Giovanni Falcone chiamava “innocenti”.
Non può infine mancare la condivisione di una gioia così grande con le tre grandi associazioni e reti a cui offro il mio servizio da tanto tempo e da cui ho ricevuto molto più di quello che ho dato, le Acli – Associazioni cristiane lavoratori italiani il Forum delle Associazioni Familiari e Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione. Il mio successo è anche il loro!
Ed ultima dedica speciale la faccio a Rosario, un diversamente abile psichiatrico che spesso mi chiama per dirmi che gli basta la mia risposta al telefono per non fare cose brutte a se stesso e per ricevere un carico di felicità! Le sue parole sono per me la più grande onorificienza e, questa pubblica appena ricevuta, non posso che dedicarla al campione di vita che è lui!
Sono solo 41 anni che vivo su questa terra, ma il mio impegno viene da bambino. Appartengo, metaforicamente a quella classe di automobili fresche di immatricolazione, ma che hanno percorso gli stessi chilometri di una vecchia auto. Non sono però assolutamente stanco e il Paese ha bisogno ancora delle nostre voci fuori dal coro, per farle diventare risultati consolidati e utili per chi non ha voce, nell’eseguire lo spartito più bello ed emozionante della più grande orchestra sociale esistente diretta dal grande maestro che si chiama cultura del dono: il volontariato! Insomma, il bello deve ancora venire e, come disse Mattarella, “se serve ci sono”, se serve ci saremo sempre!
Gianluca Budano
Palazzo Chigi – Presidenza del Consiglio dei Ministri