Aggredisce il padre e lo uccide, poi si toglie la vita: doppia tragedia familiare

Si è tolto la vita dopo aver saputo della morte del madre. Troppo grande il rimorso per un 36nne fasanese che venerdì mattina,  mentre era nella casa di Cisternino che divideva con il padre 71enne, dopo una banalissima lite, lo ha aggredito violentemente, sferrandogli più pugni al volto. E mentre sul posto erano intervenuti i carabinieri, il 118 aveva trasportato l’anziano, in codice rosso, al Perrino di Brindisi, dove gli era stata riscontrata una grave emorragia cerebrale. Futili motivi, legati a banali divergenze di convivenza: il piatto sporco lasciato nel lavandino, la lavatrice lasciata in funzione troppo a lungo. Il 71enne, vedovo da qualche anno, aveva evidentemente rimbrottato il figlio – forse non era neppure la prima volta – ed il 36enne, che lavorava come guardiano presso uno stabilimento balneare di Savelletri, ha reagito con la violenza. I carabinieri della compagnia di Fasano, coordinati dalla Procura di Brindisi, avevano già avviato un’indagine a suo carico per lesioni personali. Pare non fosse la prima volta che alzava le mani, ma mai contro il padre. Lunedì sera il tragico epilogo: il 71enne, dopo un intervento chirurgico d’urgenza ed il ricovero nel reparto di Rianimazione, è morto. A dare la notizia al figlio sono stati i carabinieri che non immaginavano ciò che sarebbe successo di lì a poco: nella notte, infatti, il 36enne è andato regolarmente a lavoro, ma attorno alle 3 del mattino un collega ha trovato il suo corpo privo di vita, con un cappio intorno al collo. A Cisternino non erano molto conosciuti: padre e figlio si erano trasferiti da Fasano pochi anni fa. Avevano preso in fitto questa casa di Corso Umberto, posta sotto sequestro, che è di proprietà di un parroco. Contattato, il sindaco Enzo Perrini ha espresso sgomento e rammarico per questa doppia tragedia e per la perdita di due vite intrecciate dal sangue e dalle circostanze.

 

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