“Il disimpegno industriale e sociale di Enel rischia di diventare un pericolo per la comunità. Intervenga il Prefetto”

Da qualche tempo registriamo un grave stallo del tavolo ministeriale per la decarbonizzazione con riunioni interlocutorie nelle quali si rimandano decisioni e responsabilità. Solo la Regione Puglia, grazie al lavoro della task force delegata alle crisi industriali, sta faticosamente lavorando al fine di agevolare l’insediamento di nuove aziende sul territorio brindisino, facendo leva su diversi strumenti normativi, approvati dallo scorso Governo di centrosinistra, come la zona franca doganale e la zona economica speciale che recentemente, a causa del governo Meloni, è stata fortemente depotenziata. La gravità della situazione è acuita dal silenzio assordante e dall’immobilismo di Enel che, così facendo, è diventata la principale causa della crisi del tessuto economico e sociale del territorio brindisino. Non si deve sottovalutare il fatto che Enel essendo una ‘Azienda di Stato’ segue le indicazioni del governo Meloni che quindi è politicamente responsabile di questa preoccupante situazione.

Il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, qualche settimana addietro, davanti ad una platea qualificata di Istituzioni e sindacati aveva garantito l’intervento del governo, ma ad oggi, neanche a dirlo, è rimasta un’altra promessa non mantenuta.

Quindi il disinteresse di Enel per Brindisi in campo industriale e produttivo, con la mancata previsione di investimenti diretti, ed anche in campo sociale, con l’annuncio del graduale azzeramento dei contributi alle associazioni sportive che fa da contraltare alle sponsorizzazioni in altre realtà, è un preoccupante segnale di completo disimpegno ed è un affronto all’intero territorio brindisino che per anni è stato sacrificato per gli utili aziendali mascherati dall’interesse strategico per il Paese. Il Direttore Italia di Enel, Nicola Lanzetta, oltre a fugaci apparizioni al fianco del ministro di turno in vena di annunci roboanti, finora non si è mai degnato, o meglio non ha avuto il coraggio, di chiarire le reali intenzioni dell’azienda per questo territorio.

La recente intervista del Procuratore capo di Brindisi, dott. Antonio De Donno, pienamente condivisibile, che ravvisa il pericolo di una recrudescenza mafiosa con i clan che potrebbero approfittare della persistente crisi sociale ed economica, deve farci riflettere e spingerci, necessariamente, a pretendere risposte immediate dal Governo e da Enel per non rischiare di far ripiombare la città in un clima che fortunatamente è stato archiviato grazie al lavoro di coraggiosi magistrati e delle Forze dell’Ordine.

Ci appelliamo, quindi, al Signor Prefetto di Brindisi, dott. Luigi Carnevale, il quale si è dimostrato l’unico solido riferimento in questa grave situazione di crisi, affinché possa convocare un tavolo istituzionale con tutti gli enti territoriali, le associazioni datoriali e sindacali ed Enel per avere chiarezza e per affrontare in maniera decisa e concreta la sfida della decarbonizzazione e discutere del futuro dei lavoratori e delle aziende dell’indotto.

Francesco Cannalire, segretario cittadino PD e consigliere comunale Brindisi

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