LETTERA AI SANTI PATRONI DI BRINDISI – di Davide Gigliola

Illustrissimi,

è per la prima volta che Vi scrivo, e lo faccio con la consapevolezza e la libertà di chi vuole solo sfogarsi, non perché credo non possiate intervenire, ma perché sono ormai quasi rassegnato all’evidenza che le cose continueranno ad andare così…

Siamo arrivati anche quest’anno alla vostra festa e nella felice ricorrenza, in cui Brindisi, la vostra protetta Città, pare diventare normale comunità, voglio condividere con voi qualche pensiero. Perdonate l’impertinenza, ma siete Santi, quindi avete sicuramente pazienza nell’ascoltare e nel capire la buona fede con cui mi rivolgo a Voi.

Sapete bene quanto i brindisini tengano a questi giorni, ma senza deludervi vorrei ricordarvi – se mai ne aveste bisogno – che certamente tengono a questi giorni di festa, ma molto meno a Voi, come invece meritereste. Soprattutto tu, caro San Teodoro invocato come “amante dei forestieri” che invece di essere imitato nel tuo coraggio guerriero, sei impunemente bestemmiato. E tu caro San Lorenzo, il nostro più illustre concittadino, che sei in pratica ignorato e sconosciuto…

Come mi piacerebbe conoscere i vostri sentimenti verso gli abitanti di questa Città “bellissima e disgraziata”. Città che, come ben sapete, è affossata, malata, svilita, sprofondata e violentata da troppo tempo. Non da entità astratte, sconosciute, occulte, ma da persone reali che la abitano senza viverla senza alcuna passione civica e posseduti da una profonda ignoranza e inettitudine. Del resto cosa si può pretendere da chi preferisce andare agli autolavaggi il sabato e la domenica invece che vivere la bellezza del circostante?! Sembra una città abbandonata a un destino ignobile, dove la rassegnazione, l’indifferenza e la non curanza sono dilaganti. Mi potreste rimproverare di essere troppo critico, e umilmente accolgo il vostro rimprovero, soprattutto perché di fronte a quello che pare un’inarrestabile declino, c’è ancora la speranza che riesce a dare chi nel quotidiano impegno vive con responsabilità e partecipazione la “cosa comune”. Troppi ancora preferiscono restare nascosti, facendo si che emerga la parte peggiore… Quando e come avremo uno scatto per riscattarci da questo stato di torpore e disamore?!

Si dovrebbe iniziare ad essere veramente stanchi di trionfati proclami, degli annunci di imminenti lavori di riqualificazione che restano puntualmente solo sulla carta. Quando sembra che si stia andando avanti, raggiungendo timidamente gli standard che altre realtà – vicine e anche più piccole – hanno intelligentemente e coraggiosamente ottenuto da tempo, ecco che ci si ritrova nuovamente sprofondati. Ovviamente la colpa non è vostra cari Santi Patroni, ma unicamente e totalmente dei brindisini e dell’incapacità storica della politica locale di imporsi e proporsi.

Chissà quante lamentele arrivano fin su il Paradiso vero? Peccato però che sono pochi quelli che, invece che imprecare su tutto e tutti, non investano e si impegnino per risollevare una realtà che ha tutte le potenzialità (anche turistico / attrattive) per spiccare il volo. Ai vostri protetti manca il gusto del bello, il senso civico, il reale sentimento di appartenenza e soprattutto la capacità di pretendere ciò che occorre per svoltare veramente. Eppure le immense potenzialità (naturali, paesaggistiche, strutturali, enogastronomiche, ecc.) sono evidenti.

Cari Santi, non resta che affidarci a Voi per questa terra che umilia i suoi figli privandoli della dignità data da un posto di Lavoro, aggiungendo indescrivibile avvilimento a ansia a chi un posto di lavoro lo ha, ma lo vede costantemente minacciato da un precariato, frutto di malaffare e disinteresse di una classe politica inefficiente e disincarnata dalla realtà. Quanti giovani figli di questa Città, sono strati costretti a partire lontano per la quasi impossibilità di un futuro e per l’assenza propositiva di uno sviluppo reale, attraente e organico.

Dall’alto del Paradiso, dove la visione si crede sia più ampia e certamente più luminosa, vi siete resi conto di come sia ridotta la Vostra protetta Città? Credo che almeno nella storia recente il vergognoso spettacolo del lerciume, della sporcizia e del nauseabondo puzzo delle strade non possa lasciare indifferenti neppure voi. La maggioranza delle strade e le periferie sono degne di essere paragonate a quelle di Beirut o Bagdad dopo i bombardamenti.

Con quale coraggio – lo chiedo soprattutto a te San Lorenzo, che rifulgi di Sapienza e sei stato proclamato Dottore della Chiesa – si può soltanto pensare di candidare Brindisi a Capitale della Cultura 2027 se il capoluogo di Provincia offre durante l’anno appena le briciole di eventi culturali, concerti, sagre, ecc. Come osare sognare tanto in grande se quasi tutti i monumenti o i luoghi importanti non siano valorizzati, illuminati, puliti, curati? Solo un esempio per tutti (sarebbero davvero troppi quelli da fare…): la statua di Cesare Ottaviano Augusto in piazza Anime è ricoperta di cacazze di piccioni e talmente al buio che la sera nemmeno la si distingue dal fogliame degli alberi.

Nella più totale indifferenza è stato abolito il cavallo parato alla processione del Corpus Domini, nel più assordante silenzio, soprattutto quello della comunità cristiana, che anche’essa continua ad apparire spenta, stanca e peggio tiepida e rassegnata.

Non siamo stati capaci nemmeno di cavalcare l’onda di visibilità data dal G7 dello scorso Giugno. Lo avete visto vero? Bello il castello della nostra città, peccato che non lo si può vivere perché – sempre per inerzia politica accumulata nei decenni – è un sito militare e quindi irraggiungibile se non per qualche gentile concessione…

Eppure quanto piacciono ai brindisini i fuochi d’artificio… Forse meno a Voi perché sapete bene che quei soldi “bruciati” sono in qualche modo rubati alle reali urgenze della Città, prima tra tutte e ormai improrogabile quella di salvare i posti di lavoro della partecipata comunale e intervenire seriamente per quelli del polo energetico e chimico. E invece Sabato ci vedrete gaudenti col naso all’insù a guardare i fuochi fatui che brillano per pochi istanti – quasi a voler illuminare il tenebroso circostante. Ci vedete intontiti e stonati a veder la solita passerella annuale, a invocarvi distrattamente e ad aspettare chissà quale miracolo…

A Voi che siete Santi poi vorrei chiedere un’ultima grazia…: “fulminate” quelli che hanno l’ardire di caricarsi di ogni genere di rifiuti per poi abbandonarli impunemente tra le campagne, sulla litoranea o in pieno centro città. Ops chiedo venia, sarebbe forse troppo il lancio di fulmini, ma per lo meno fate in modo che ricevano una multa cosi salata da non poterla dimenticarla più…

E vorrei chiedere una grazia per me e forse nemmeno solo per me. Aiutatemi a non far vincere questo senso di sconforto. Consolate assieme a me, coloro che vogliono ancora credere e sperare in un domani migliore. Confortate e sostenete tutti quelli che mossi da nobili sentimenti (e ci sono!), amano veramente questa Città, che Dio ha creato bellissima e che la storia ha forgiato unica.

Perdonatemi se può sembrare che abbia indistintamente giocato con fanti e Santi, svincolandomi dal famoso proverbio. Ma vorrei rassicurarvi: la delusione è solo quella data dai fanti, mentre mi pare di sentire comunque le vostre voci, cari Santi Patroni, che ripetono: Brindisi e i brindisini meritano molto, molto, molto, molto di più! Grazie di proteggerci e non vi stancate di pregare per Brindisi e i suoi anomali cittadini.

Davide Gigliola

 

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