San Raffaele Ceglie. Amati: “Il TAR rinvia al 18 per non compromettere con decisioni provvisorie e monocratiche l’esito della decisione collegiale. Scelta illogica e disumana, perché se malati muoiono la questione si compromette davvero”

“Il TAR di Lecce, questa volta con il Presidente Ettore Manca e a seguire le medesime performance dei presidenti Enrico D’Arpe e Antonio Pasca, ha deciso di rigettare la richiesta di revoca del decreto provvisorio di sospensione degli atti della ASL di Brindisi, rinviando la decisione all’udienza del 18 settembre, fissata per i provvedimenti collegiali. Gli atti sospesi, per intenderci, erano quelli che cercavano di rimediare al fatto che i pazienti gravi ricoverati al San Raffaele rischiano di morire perché molti sanitari impegnati non hanno le specializzazioni per curarli e i requisiti organizzativi sono ampiamente violati; è tutto ciò a detta del Dipartimento di prevenzione della ASL. È chiaro? Ciò vuol dire che da oggi al 18 settembre nel Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica si potrà tranquillamente morire per rischi relativi a cure inappropriate, anche sulla base di una indicazione del TAR di Lecce.
E qual è la motivazione di questa decisione? È tutta contenuta in un brocardo latino: re adhuc integra, che significa per fare in modo che la decisione non comprometta la questione in discussione dinanzi al collegio, ossia lasciamo il mondo così com’è e ci vediamo il 18.
Secondo il presidente del TAR Ettore Manca, dunque, è meglio non compromettere l’è eventuale e molto ipotetico interesse della Fondazione San Raffaele alla gestione del Centro sino al 18 settembre, anche a costo di compromettere la vita dei pazienti che sono esposti al rischio vita in ogni secondo che ci separa da oggi al 18 settembre. Ciò vuol dire che, se proprio di il re adhuc integra potesse avere un senso logico e giuridico, esso dovrebbe riguardare proprio l’estrema cautela di non compromettere irrimediabilmente la vita delle persone, considerato che, se la Fondazione San Raffaele dovesse aver ragione (ma è detto solo come ipotesi discorsiva, perché non ho mai visto inadempienze più gravi), ci vorrebbe un non nulla per farli tornare in sella, anche perché l’altra parte è una pubblica amministrazione.
Insomma, secondo i presidenti del TAR di Lecce il problema di questa controversia consiste nel diritto della Fondazione San Raffaele di non vedersi compromessa e con provvedimenti provvisori la gestione del Centro e non nel dovere immediato della ASL, della Regione e dello Stato italiano a non far morire le persone. Bel modo di pensare al diritto, ma soprattutto alla vita, negando secoli di studi e ricerche sull’introduzione nella dottrina dello Stato di concetti teologici secolarizzati, grazie ai quali abbiamo forgiato la nostra cultura giuridica. Ma ormai sono lontani i tempi in cui si leggeva Carl Schmitt o Eusebio di Cesarea.
Ma la battaglia continua e ringrazio l’avvocatura regionale, nelle persone di Rossana Lanza e Paolo Scagliola, e i dirigenti regionali Mauro Nicastro, Antonella Caroli e Vito Carbone: la loro linearità argomentativa e le ineccepibili ricostruzioni tecniche molto presto prevarranno, perché quando quando qualcuno si permette di rivoltare o travisare la realtà questa si vendica e si presenta sbattendoci in faccia.”

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