Componenti difettosi per Boeing e rifiuti tossici: sette indagati a Brindisi per frode e disastro ambientale

La Procura di Brindisi ha concluso le indagini su sette persone e due aziende locali, la Processi Speciali e la Manufacturing Process Specification, accusate di gravi irregolarità nella produzione di componenti aerospaziali e di reati ambientali. Le società avrebbero fornito materiali difettosi a Leonardo e Boeing, utilizzando titanio e alluminio non conformi alle specifiche richieste, compromettendo così la qualità e la sicurezza dei settori 44 e 46 del Boeing 787 Dreamliner.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza, hanno portato al sequestro di 6.000 componenti, di cui almeno 4.829 in titanio non conforme e oltre 1.000 in alluminio di qualità inferiore, utilizzati per risparmiare sui costi delle materie prime. L’uso di materiali difettosi potrebbe aver ridotto la resistenza delle parti strutturali degli aeromobili, obbligando Boeing a intervenire con una manutenzione straordinaria.

Parallelamente, le indagini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza hanno svelato una gestione illecita dei rifiuti industriali. Le aziende avrebbero smaltito rifiuti speciali pericolosi in terreni della zona industriale di Brindisi, contaminando il suolo fino a tre metri di profondità e inquinando le falde acquifere con sostanze nocive come cromo e arsenico. Sono state sequestrate 35 cisterne piene di rifiuti tossici e altre 12 sono state svuotate illegalmente, mettendo a rischio l’ambiente circostante.

Le due aziende e i loro responsabili sono accusati di associazione a delinquere, attentato alla sicurezza dei trasporti, frode in commercio e inquinamento ambientale. Le autorità italiane hanno collaborato con il Dipartimento di Giustizia americano e l’FBI, in quanto Boeing è parte lesa nella vicenda.

L’indagine si conclude con un atto di accusa pesante: le irregolarità riscontrate non solo avrebbero potuto compromettere la sicurezza dei velivoli, ma hanno anche gravemente danneggiato l’ambiente, confermando che le pratiche illecite di queste aziende non si limitavano alla frode commerciale, ma si estendevano anche alla gestione irresponsabile dei rifiuti.

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