Restituite alla Cattedrale le placche d’argento del XVIII secolo rubate nel 1980

Stamani, nella Cattedrale San Giovanni Battista in Brindisi, i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno consegnato all’Arcivescovo della Diocesi di Brindisi – Ostuni, due placche in argento risalenti al XVIII sec., asportate nel 1980.

Nel corso del monitoraggio delle vendite di beni d’arte tramite case d’aste e attività commerciali di settore, i Carabinieri della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC individuavano i due preziosi manufatti, presentati nel 2023 in una vendita televisiva, le cui caratteristiche, per tecnica di lavorazione e raffigurazioni religiose, erano riconducibili a oggetti chiesastici e/o istituti di culto e, pertanto, meritevoli di approfondimento.

Da preliminari accertamenti investigativi eseguiti attraverso la “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande data base di ricerca di opere d’arte in uso ai Carabinieri TPC, si accertava che tali opere corrispondevano alle due placche in argento trafugate nella notte tra il 16 e il 17 dicembre 1980 all’interno della Cattedrale di Brindisi. I preziosi manufatti artistici facevano parte di un paliotto costituito, nella parte centrale, dalla figura della Madonna e ai lati, rispettivamente, da San Pelino e San Leucio. Le placche, inventariate dalla Biblioteca Pubblica Arcivescovile di Brindisi, sono state identificate quali beni di proprietà dell’Ente ecclesiastico e tutelate ai sensi dall’art. 10 comma 1 del D.Lvo 42/2004 per il loro rilevante interesse storico-artistico.

La comparazione delle immagini delle opere poste in vendita con quelle ritraenti i beni oggetto di ricerca, censite nel database TPC, ha dimostrato la loro perfetta uguaglianza in quanto provenienti dal paliotto originario, probabilmente smembrato successivamente al furto. La presenza di fori agli angoli delle due placche sequestrate dimostra che le stesse erano in passato ancorate alla struttura di supporto del paliotto.

Le indagini condotte dai Carabinieri TPC sono state coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Como, che convalidava il sequestro di iniziativa dei due beni oggetti di ricerca, ritenuti corpo di reato. Sequestrata anche la documentazione di provenienza degli argenti, trovata nella disponibilità di un’attività commerciale, che a sua volta riconduceva la proprietà delle opere a un antiquario di Montecarlo con precedenti per reati contro il patrimonio.

L’odierna restituzione conferma ancora una volta il costante impegno dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nella lotta al traffico illecito di beni culturali sia in ambito nazionale che estero.

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