Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a veri malesseri sociali, fenomeni dalle connotazioni grigie, imputabili ad una società prevalentemente cambiata, modernizzata, che punta il bersaglio sui deboli, attraverso la prevaricazione sui minori.Si parla di un fenomeno fortemente diffuso il “Bullismo”, una nuova forma di devianza che necessita di grande attenzione, una piaga tra gli adolescenti della nostra società.
Il “Bullismo” non solo sfavorisce lo sviluppo sociale, ma crea un vero disagio. Si manifesta in azioni di gruppo di uno o più individui da parte di un bambino/ adolescente, nei confronti di un altro percepito come più debole ed incapace di difendersi. Il modo migliore per affrontare questo problema è prenderne coscienza. Un problema sociale che va analizzato e non trascurato ed è diventato oggetto di studio nelle discipline sociali.
Ma come può una società civile tollerare tutto questo? Come può assistere ad atti di prevaricazione violenze, atteggiamenti intimidatori? Negli ultimi tempi in costante crescita abbiamo assistito ad un vero e proprio boom di social networks, di smartphones,che da una parte ha offerto a tutti noi nuove possibilità, dall’altra ha generato un’esagerazione,legata a sua volta ad un fenomeno che in pochissimo tempo ha preso piede: il “CYBERBULLISMO”. L’uso improprio della nuova tecnologia ha danneggiato i rapporti tra i giovani, favorendo disagio, molestie e devianze psicologiche. Oggi i prevaricatori scelgono le loro vittime per intimorire e perseguitare un soggetto minore, screditandone l’autostima e la sicurezza. Attraverso la Sociologia si possono individuare interventi di prevenzione, che coinvolgono in “primis” le istituzioni sociali, quali la famiglia e la scuola. Occorre contrastare questo quadro,per evitare conseguenze negative sulla salute delle vittime .Il primo passo tocca a genitori e insegnanti, perfare in modo che i giovani possano riallacciare i rapporti con gli adulti ,per compensare l’assenza di valori principi e fondamenti societari. La società di oggiè specchio della nostra epoca, ma siamo ancora in tempo per regalare un futuro ai nostri giovani, con meno disagi relazionali e più sogni da realizzare con prospettive più congrue di contro ad una società opulenta e disfattista.
Teresa Sifonetti, sociologa ASI