Ero giovanissimo, quando dalle pagine di “Osservatorio CIttadino” (bollettino di informazione interna delle ACLI di Cellino San Marco), pubblicai uno “speciale ambiente” che trattava principalmente “te lu fumaru”, in dialetto cellinese la CENTRALE DI CERANO, che ispirò poesie, dibattiti e tesi contrapposte, tra favorevoli e contrari, tutti sulla dicotomia tra sviluppo si e sviluppo no, ambientalismo si e ambientalismo no.
A distanza di almeno un ventennio, le posizioni non sono dissimili, le cronache giudiziarie hanno però arricchito il quadro di un ambiente che quando viene “venduto”, anzi “svenduto”, può garantire ingenti guadagni personali a fronte del triste record che i salentini e non solo affidano al vento….si, alla direzione del vento che può portare le polveri da combustione di qua o di la, decidendo le vite di tante famiglie. Qualcuno mi taccerà di demagogia, ma non si può sottacere il record dei salentini di avere nel proprio tessuto familiare almeno una storia di oncologia da raccontare, a volte un tumore guarito, a volte un tumore che ha condannato a morte il malato e la sua famiglia, perchè il concetto di salute è sempre più ampio di quello di malattia…e una malattia, come ha dimostrato una ricerca delle ACLI pugliesi di qualche hanno fa, segna la vita del malato, ma ancor di più quella dei suoi cari che restano in vita.
E’ la storia di un ambiente tradito, quello brindisino e salentino, dai dati sul tasso di tumori oltre la media, di una politica che si infervora sui piani di riordino ospedaliero delle ultime tre giunte regionali, senza però concentrarsi sulle cause di aumento di tanti malati gravi che riempiono gli ospedali pugliesi e non, con migliaia di viaggi della speranza. E’ l’ambiente tradito di chi ha creduto nella ricchezza industriale del territorio, per scoprire che quella ricchezza stabile non è (vedi i tanti lavoratori in ammortizzatore sociale) ed ha pure contribuito ai costi sanitari del carbone per ben 800 milioni di euro (come è dichiarato nel “Manifesto di Bari “del Forum Internazionale su Povertà, Salute e Sviluppo che si terrà il 12 maggio prossimo), a cui bisogna aggiungere il dolore e il disagio di migliaia di nuclei familiari.




Ben venga, per lungimiranza e impegno civico, l’iniziativa del Presidente Emiliano del 12 maggio prossimo, che con la forza del territorio chiama a raccolta esperti internazionali sul tema drammatico che da troppi anni viviamo, scegliendo tra la salute e il lavoro, tra una vita semi agiata con la speranza che non capiti mai a noi, e il disagio sociale di un lavoro che vorremmo avere o che non vorremmo mai perdere, anche a costo di morire.
Ben venga la lucidissima analisi del Procuratore Capo della Repubblica di Brindisi Marco Dinapoli, che congedandosi dal lavoro di Magistrato dopo 42 anni di servizio, ricorda l’emergenza ambientale. Peccato che quella lunga intervista, accorata e appasionata del Capo della Procura, abbia provocato un dibattito di scarsa incisività e tenore, nonostante i media l’abbiano amplificata al massimo, nell’assordante silenzio di chi invece avrebbe dovuto in massa gridare il sostegno ai nostri magistrati, lasciati in solitudine alla pressione psicologica di un lavoro difficile su un tema difficilissimo e dalle facili tensioni sociali e non solo.
Con questo post, io voglio gridare, da Dirigente di un’Associazione Cristana di Lavoratori dove da circa un anno mi occupo a livello nazionale proprio dei temi della salute, da Consigliere Comunale di minoranza che ha centrato la propria campagna elettorale su questi temi quando ha scelto di candidarsi a Sindaco di un Comune a Sud di Brindisi, uno di quei Comuni che paga con la salute scelte di politica industriale fortemente sospettate di aver contrabbandato la salute con lo sviluppo, il benessere fisico con il salario e che firmò e poi pure rinnovò la Convenzione ENEL per dare di fatto l’assenso alla nascita di “Cerano”…Voglio gridare da cittadino, assumendomi il rischio che la mia sia una delle tante voci inascoltate, ma anche assumendomi la responsabilità di andare fino in fondo su un tema che potrebbe essere risolutivo per la salvaguardia della pelle dei nostri concittadini…assumendomi il rischio che questo tema non porta consenso ma “rogne” e strumentalizzazioni, come la storia del nostro territorio ha dimostrato; ma assumendo anche la serenità che porta la convinzione di chi opera guardando ad uno Stato che non cammina a pezzi, che non parla lingue diverse, che non isola la Magistratura, che da fiato e coraggio a chi deve scrivere la verità sulle cause tumorali che stanno dilaniando le nostre famiglie, come solo una guerra potrebbe fare.
Da questo post per me parte un percorso di impegno attivo su questi temi…non so quanto sarà partecipato, so solo che la salute merita ogni tentativo utile a dare braccia, anima e pensiero a una rivoluzione culturale, senza la quale, ogni sforzo rischia di essere vano nella direzione della soluzione definitiva.
Invito tutti gli Amministratori Locali, i medici, le autorità sanitarie, le associazioni del territorio ad alimentare un dibattito che porti ad azioni pubbliche coordinate. Non voglio che appaia una provocazione, perchè tale non è per me, ma ci vorrebbe, prima che a sostegno del “NO TAP”, uno sciopero della fame per “L’AMBIENTE TRADITO” di Brindisi e per tutti quegli ambienti traditi e svenduti a danno della salute dei cittadini e non semplicemente di un panorama trasformato o di una attrattiva turistica che perde appeal.

Gianluca Budano




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