BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo un editoriale di Salvatore Carruezzo, direttore de “Il Nautilus” sulle Autorità di Sistema. Intervento che uscirà a giorni sul giornale da lui diretto:

Molte Autorità di Sistema Portuale della penisola italiana sono state già avviate; altre stanno assestando ancora gli organismi di governance. Si è passati da una competitività fra autorità portuali, tutte con le stesse funzioni operative, a una fra i sistemi; alcune AdSP, Trieste e Genova, sono sponsorizzate dal Governo sulla “via della seta”, mentre altre si dovranno dar da fare nel mare dell’economia marittima! L’Italia turistica non è solo Firenze, Roma, Milano e Venezia; l’Italia portuale non è solo Genova, Trieste, Civitavecchia e Napoli. Da sempre, dalle pagine del “Il Nautilus”, abbiamo posto l’accento sul fatto che la portualità e l’economia del mare, dipendenti ora dall’Amministrazione centrale per gli investimenti e lo sviluppo, richiedono un’attenzione più puntuale da parte delle Istituzioni, se si vogliono creare le condizioni di contesto per un reale sviluppo di un territorio che ha riposto nel porto e con il porto la sua crescita economica. Nell’attuale situazione finanziaria, economica, occupazionale, in cui l’Italia si trova con vincoli di bilancio e di spesa, la nuova portualità italiana, quella delle AdSP, che richiede investimenti, incentivi fiscali e burocrazia semplificata, sa di dover competere con altri settori come quelli delle infrastrutture e dei trasporti (ferroviario, aereo e stradale), sanità, assistenza, industria e artigianato. Le Istituzioni del Paese e coloro che decidono dovranno effettuare delle scelte in condizioni di risorse scarse. E allora ci si chiede: i porti sono strategici per un paese? Se si, quali? Se no, quali? Tralasciando le domande retoriche, un “sistema portuale” svolge un ruolo significativo, sia in termini economici assoluti, sia come punto d’accesso per l’approvvigionamento di materie prime e per la commercializzazione di prodotti finiti. Le navi, infatti, attori essenziali per un porto, movimentano più del 60% dell’ import nazionale e più del 45% dell’export complessivo; mentre sui flussi merceologici extra UE, i vettori marittimi movimentano più dell’8O% delle movimentazioni totali.

Salvatore Carruezzo
Direttore de Il Nautilus

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