La vitamina D in passato era conosciuta esclusivamente per il suo ruolo essenziale nella salute delle ossa e nella regolazione del calcio, anche attraverso l’ormone paratiroideo (PTH): in seguito alla scoperta della sua azione preventiva sul rachitismo (un tipo di malformazione ossea).
Secondo recenti scoperte, la vitamina D sarebbe in grado anche di regolare oltre 1.000 geni reattivi alla sua azione, implicati in un gran numero di disturbi clinici.
Questa rara e preziosa vitamina si ottiene prevalentemente (tra il 50% e il 90%) esponendo la pelle ai raggi ultravioletti del sole (UVB) che provocano la conversione del 7-deidrocolesterolo in colecalciferolo (vitamina D3). Il resto del fabbisogno viene coperto con l’alimentazione, sotto forma di ergocalciferolo (vitamina D2)

I sintomi indicativi di scarsa presenza di questa vitamina sono,  facilmente confondibili e poco evidenti. Ecco perché tante persone sono carenti senza saperlo. Alcuni sono:

  • Riduzione della forza muscolare; aumento della fatica;
    • Malinconia; possibile depressione
    • Debolezza ossea generalizzata; dolori; maggiore incidenza di fratture da stress
    • Aumento delle infezioni del tratto respiratorio superiore, poiché questa vitamina riveste anche un ruolo chiave nel sostenere il nostro sistema immunitario.
    • Aggravamento di disturbi infiammatori e infezioni intestinali


    Numerosi studi dimostrano il legame diretto tra vitamina D e ottimizzazione della massa muscolare. E’ stato inoltre dimostrato come abbia la capacità di migliorare i marcatori della “sindrome metabolica”, un disturbo pro-infiammatorio basato sulla resistenza insulinica e sull’eccesso di grasso viscerale, che può facilmente degenerare in diabete di tipo II.
    Recentemente è stato anche dimostrato che il calcitriolo, con un adeguato apporto di calcio, può attenuare l’espressione delle citochine pro-infiammatorie, ridurre direttamente la stimolazione delle cellule pancreatiche, normalizzare i valori di calcio intracellulare che modulano la sensibilità all’insulina e persino attivare le vie di ossidazione degli acidi grassi.

    Per aumentare i livelli ematici, può essere utile:
    1. Esposizione al sole 
    Stando attenti ad evitare le ore centrali della giornata .

  1. Apporto alimentare
    Olio di fegato di merluzzo ; salmone fresco ; tonno in scatola ; cereali per colazione, sono gli alimenti più ricchi in vitamina D.
    Come si può notare, la natura liposolubile della vitamina D fa sì che la si trovi in alimenti generalmente considerati “grassi”, e in altri come il tonno e il salmone che presentano altre problematiche (presenza di metalli pesanti). L’olio di fegato di merluzzo è la fonte di vitamina D per eccellenza: attenzione se pensate di inserirlo in una dieta che state già integrando con multivitaminici (in particolar modo se in gravidanza). Valutate sempre con il vostro medico curante l’assunzione di qualsiasi integratore alimentare.
    Dott.ssa Emanuela Giannuzzo Via Cristoforo Colombo, 92

    Laureata in medicina e chirurgia

    Specializzata in Medicina estetica e Nutrizione Clinica

    Medico abilitato alla Professione di Medico di Medicina Generale

    Medico abilitato alla urgenza ed Emergenza territoriale

 

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