BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota della FP Cgil.
Se sino ad oggi il primo di Maggio ha rappresentato una giornata di solidarietà e di festa, soprattutto per i giovani, quest’anno sarà caratterizzato dalla decisione della Regione Puglia di procedere dal prossimo primo Maggio alla riconversione dei Punti di primo intervento.
Una decisione in tal senso è contraddittoria poiché in origine i PPI erano stati attivati per non sguarnire i territori già interessati dalla chiusura dei rispettivi ospedali.
Inoltre le AASSLL non hanno attualizzato i bacini di utenza e non hanno adeguato le reti ospedaliere alle necessità del singolo territorio.
E, quasi a completamento di un progetto che non deve passare, non sono stati attivati i PTA, i CPT e le Case della Salute.
La risposta a tutto questo non può essere la riconversione dei Punti di primo intervento in Presidi Medicalizzati dotati di ambulanza o auto medica, soprattutto in quelle aree territoriali che nel periodo estivo diventano meta di migliaia di turisti, serve una sanità a 360 gradi!!!
In questi ultimi mesi il territorio di Brindisi è stato teatro di una serie di disfunzioni sotto vari profili, il Pronto Soccorso del PO A. Perrino non riesce a soddisfare l’intero bacino d’utenza con le logiche ricadute negative sull’utenza, i dipendenti dei vari PPI perdono la loro stabilità logistica e non sanno quale sarà il loro futuro prossimo, perché senza una programmazione e senza la voglia di investire sui cittadini e sul loro diritto alla salute, ogni decisone assunta è una possibilità negata al territorio, soprattutto sotto il profilo della tutela al diritto alla salute.
E’ necessario avviare un immediato confronto con i Sindacati affinchè possa rimodularsi l’offerta sanitaria Pugliese e , quindi, nella ASL BR, a favore del suo territorio e non solo a tutela della casse regionali.
Per questo motivo, la FP CGIL di Brindisi preannuncia una serie di iniziative pubbliche per rivendicare il diritto alla salute degli abitanti il territorio e per chiedere a viva voce il rispetto di tutti quei lavoratori ricadenti nelle procedure di chiusura senza che a monte vi sia una riorganizzazione sensata, voluta e finanziata.