I “partigiani” brindisini intonano “Bella ciao”, ma la “liberazione” questa volta non ha colore

BRINDISI – Mentre nel Paese monta l’onda della destra, che inonda anche Comuni storicamente rossi, a Brindisi a notte fonda in centinaia cantano “Bella ciao”. “Per festeggiare la liberazione della città”, dicono in coro i ragazzi di Riccardo Rossi, che con il pugno chiuso canta assieme alla sua gente.

Una liberazione inusuale quella brindisina, quasi rivoluzionaria, perché ottenuta grazie a un progetto politico partito tanti anni fa dal basso, ed in piccola parte anche grazie alle simpatie mai nascoste della destra identitaria guidata da Massimo Ciullo, che seppure non abbia dichiaratamente fornito indicazioni di voto a favore di Rossi, le ha esplicitate eccome avverso la coalizione di Roberto Cavalera.

Davvero strana la politica, almeno quanto lo è la nostra città. Molti ricorderanno infatti che, giusto pochi mesi addietro, sinistra e destra diedero vita ad uno scontro che sembrava aver riportato indietro le lancette del tempo agli anni ’70. Il tema dello scontro? Manco a dirlo: i migranti.

La fantasmagorica storia della tendopoli da realizzare al Paradiso divenne l’argomento buono per Massimo Ciullo per serrare le fila della destra più identitaria ed il prodromo di fatto della sua campagna elettorale, mentre il quartiere si trasformò nel teatro di uno scontro “senza quartiere” con la sinistra brindisina. Tant’è che il Pd cittadino, attraverso una nota datata 31 agosto 2017, decise di prendere duramente posizione: “Negli ultimi giorni la becera speculazione politica sull’eventualità, mai formalmente avanzata da alcuno né tantomeno confermata, della localizzazione di una tendopoli al rione Paradiso ha consentito a qualche carneade del panorama politico brindisino di rispolverare vecchi slogan da propaganda di regime. E’ assolutamente indegno fomentare la rabbia di ignari cittadini ai quali si propone in maniera distorta una notizia priva di fondamento solo per guadagnare una manciata di voti. Ed è ancora più grave l’atteggiamento squadrista avuto nei confronti del parroco, don Cosimo Zecca, la cui unica colpa è stata quella di aver continuato a svolgere il suo ruolo di guida spirituale della comunità testimoniando i valori di solidarietà e fratellanza”.

E poi cosa è successo? E’ accaduto che Ciullo, un po’ per il dente avvelenato contro Forza Italia, un po’ per la sincera stima nutrita verso l’irreprensibilità morale e le capacità di Riccardo Rossi, sin dagli inizi della campagna elettorale ha deciso di buttarsi tutto alle spalle e di creare un asse secco ideale tra destra identitaria e sinistra progressista. Un asse (non condiviso, ad onor del vero, da tutti i componenti della destra) che non si è poggiato su logiche spartitorie ed apparentamenti, ma solo su valori condivisi, che possono anche accomunare due schieramenti agli antipodi, che si incontrano in qualche modo nell’attenzione per il sociale.

Non è forse un caso allora che, proprio al quartiere Paradiso, simbolo per eccellenza della periferia brindisina incarnata dalle baracche di Parco Bove, la sinistra sia riuscita a recuperare lo svantaggio ed a strappare un impronosticabile pareggio al ballottaggio: 1.030 voti per Rossi, 1.030 voti per Cavalera.

A Brindisi il vento non manca mai, ma quello del cambiamento non spirava da tempo. Grazie all’impresa di un gruppo di formiche, però, dalla scorsa notte si percepisce una brezza diversa. Sarà il tempo a rivelare se si tratti del vento del cambiamento, ma stando alle reazioni di queste prime ore, a tanti brindisini sembra piacere.

Andrea Pezzuto

 

 

 

 

 

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