Il risultato conseguito dalla coalizione che ha portato al successo il sindaco Riccardo Rossi non può e non deve essere interpretato come un fenomeno isolato e locale. Può invece rappresentare a nostro giudizio un modello da adottare su scala nazionale per contrastare sia il populismo dilagante sia la deriva autoritaria e Trumpiana della destra.
La ricetta della vittoria conseguita a Brindisi,una delle poche della sinistra a livello nazionale, nasce da dalla convergenza di due fattori. Da un lato dalla fine almeno a livello locale delle lotte fratricide tra le diverse anime della sinistra (PD, LEU e tutta la miriade di sigle nate nel tempo) sempre in perenne contrasto tra loro come i polli di Renzo Tramaglino di manzoniana memoria. Dall’altro da una figura, come quella di Riccardo Rossi, non ingessata in un partito tradizionale o peggio ancora in una sua corrente ma alla guida di un movimento civile spontaneo da sempre attento e vicino alle esigenze della gente.
L’unità a sinistra e la collaborazione con quella parte sana della società civile che non si riconosce nei partiti tradizionali ma che ha come valore portante il bene comune rappresenta il modello da esportare su scala nazionale.
Si parla sempre più spesso in questi giorni di “superare il PD” e di far nascere un nuovo soggetto politico a sinistra. Qualcosa di simile, in embrione, è nato in questi giorni a Brindisi. In un futuro che ci auguriamo prossimo la forza di tanti sindaci eletti in liste civiche, stimati ed apprezzati a livello locale unitamente ad una ritrovata unità dei partiti tradizionali della sinistra rappresenterà la pietra angolare sulla quale edificare un nuovo modello d’Italia. In cui l’ottimismo prevalga sulla paura, in cui la ragionevolezza conti più delle promesse velleitarie ed in cui la partecipazione e l’altruismo sconfiggano l’egoismo ormai dilagante.
Salvatore Valentino
già consigliere comunale PD
Presidente associazione politico-culturale “Brindisi Democratica”