BRINDISI – A seguito dell’intervista effettuata al Sindaco Rossi, riceviamo e pubblichiamo la nota del prof. geol. Franco Magno.
Il Sindaco Rossi, in merito all’impianto di compostaggio da realizzare a Brindisi a seguito della rinuncia di altri due comuni, evidenzia perplessità sulla tipologia “anaerobica” (non si conosce ancora la tipologia proposta se “dry” o “wet”) ed in particolare sia sulla “qualità” del “digestato” (impropriamente chiamato “compost”) che, ancora, sul biogas prodotto con l’alternativa se stoccarlo e metterlo in rete e/o da utilizzare per la produzione di energia alternativa.
Fatto salvo che l’impianto DEVE essere pubblico e gestito pubblicamente, altrimenti non vi è alcun beneficio “sociale” (riduzione TA.RI.), condivido con il Sindaco la maggiore propensione per quelli “aerobici” che mi producono un “compost di qualità” ma che hanno il grave/gravissimo problema degli inquinanti “odorigeni”, di difficile controllo, se pur con l’utilizzo di biofiltri, di scrubber e di impianto in “depressione”; per Brindisi, in particolare, un tale impianto (ne abbiamo esperienza) ha bisogno di almeno un 20% di “strutturante”, di non facile reperibilità.
Condivido anche con il Sindaco che il prodotto finale di un impianto “anaerobico” (digestato), se non gestito adeguatamente, può avere il problema dell’insorgere di batteri “termofili” molto pericolosi, anche se le tecnologie più avanzate permettono di eliminare del tutto il problema (shock termico, ecc.).
Su due aspetti non sono d’accordo con Riccardo: 1) che è meglio lo “stoccaggio” del biogas prodotto e la successiva immissione in rete, che non l’utilizzo per la produzione energetica; sfugge a Riccardo la complessa composizione chimica dei “biogas” prodotti che hanno bisogno di un altrettanto complesso processo “depurativo”, prima dell’immissione in rete. Oggi, anche con le agevolazioni esistenti, è molto meglio utilizzare il “biogas” per la produzione energetica ed abbattere le emissioni prodotte.
2) che non vi sarebbero “grandi differenza” (come riportato) sulla “impronta ecologica” di un impianto da 20.000 t/a, rispetto ad un impianto da 50.000 t/a. A mio avviso la differenza d’impronta ecologica è notevole in virtù del fatto che si passerebbe da circa 67 t/giorno a 167 t/g e ciò sia per un impianto “aerobico” (più rilevante) che per un impianto “anaerobico”.
In definitiva, le perplessità del Sindaco in merito all’impianto di compostaggio sono ragionevoli e, nella sostanza, condivisibili.