La complanare di Jaddico: una strada dimenticata che continua a mietere vittime – di Davide Gigliola

Dopo la tragica morte di un giovane e anni di richieste (tutte documentate) puntualmente disattese è arrivato il momento di denunciare lo scandalo della mancanza di luci sulla complanare di contrada Jaddico.

Era il lontano anno 2000 quando, anche per colpa dell’oscurità, persero la vita due giovani militari della Guardia di Finanza impegnati nella lotta al contrabbando. Poteva bastare quella tragedia per intervenire e invece dopo quasi venticinque anni siamo a piangere un’altra vittima di questa strada che invece che essere “benedetta” e diventata paradossalmente maledetta.

Dopo quel drammatico avvenimento le richieste di mettere in sicurezza quella strada complanare sono iniziate ad essere formulate a tutti gli organi competenti soprattutto da parte dei Padri Carmelitani Scalzi, custodi del Santuario di Jaddico che è una delle poche chiese al mondo aperte giorno e notte ed è continuamente frequentata. Nonostante questo tutte le richieste non hanno mai trovata alcun riscontro se non il classico rimpallo italico delle responsabilità.

Anche nell’occasione del recente G7 celebrato a Brindisi e per l’uso dei relativi finanziamenti era stata avanzata la richiesta al Presidente del Consiglio dei Ministri e a un lungo elenco di autorità, ma i pochissimi che si sono degnati di rispondere lo hanno fatto unicamente per comunicare la “non competenza” nel poter intervenire.

Alla fine della pantomima si arriva a capire che la complanare è di competenza Anas, la stessa che negli anni è stata interpellata dagli stessi Padri per l’installazione sulla SS. 379 di barriere antirumore all’altezza del Santuario (richiesta nata per limitare il fastidioso frastuono causato dal passaggio dei mezzi soprattutto durante le funzioni religiose) e che non è mai intervenuta. Del resto non si può parlare di mancanza di fondi, perché basta percorrere la Statale per rendersi conto che in altri luoghi anche meno importanti gli interventi sono stati fatti, eccome!

Sono certo che in qualsiasi altro posto proprio per la riconosciuta importanza del luogo sacro e dopo tutte le richieste, si sarebbe già provveduto a intervenire! E invece anche in questo Brindisi risulta incapace di rendere possibile ciò che deve essere legittimo. Nessuno dei tanti politici interpellati negli anni ha veramente voluto impegnarsi per risolvere la situazione e questo non può essere dimenticato; non solo appunto per la vita del Santuario che è un luogo di culto conosciuto e amato a livello nazionale, ma anche per chi – come il sottoscritto – ha deciso di vivere in campagna. Pare che voler vivere in campagna a Brindisi sia una condanna in quanto si è privati dei minimi servizi come gli allacci al gas, all’acqua potabile o ai trasporti, così come pare sia un rischio il voler andare a pregare alla Madonna di Jaddico.

Dopo quanto accaduto qualche giorno fa con l’inaudita morte di Francesco è arrivato il momento di dire basta! La domanda è semplice per quando scontata la risposta: se ci fossero stati i pali della luce, se fossero stati installati dei dissuasori di velocità sarebbe accaduto? Qualcuno dovrà pur rispondere, ma al momento anche per dare un minimo di risposta alla tragica morte di questo giovane si deve intervenire urgentemente! Tanti hanno iniziato a firmare presso il Santuario di Jaddico una petizione (lo si può fare recandosi presso il Santuario o sulla piattaforma change.org – garantire la sicurezza della strada complanare di Jaddico) da presentare presso la Procura della Repubblica di Brindisi. Forse è arrivato finalmente il momento di fare…“luce”, lo dobbiamo anche a Francesco.

Davide Gigliola

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