A Brindisi la prima “Casa dell’accoglienza” nella villa confiscata alla mafia in contrada Chiodi

BRINDISI – Scrive il sindaco Riccardo Rossi:

In questi giorni abbiamo destinato a casa dell’accoglienza la villa confiscata alla criminalità organizzata che si trova a contrada Chiodi. Sono confluite nella struttura le famiglie che abitavano nell’ex scuola di via Sele al quartiere Perrino, le stesse che avevano ricevuto la diffida per il decreto di sequestro della struttura. Come amministrazione avevamo chiesto una proroga per trovare un’alternativa, che finalmente è arrivata grazie al lavoro sinergico tra l’assessore ai Servizi sociali Isabella Lettori e l’assessore alla Trasparenza e alla legalità Mauro Masiello. Insieme alle persone di via Sele sono state accolte nell’abitazione altre famiglie di Brindisi senza fissa dimora e in situazioni di estremo disagio. La struttura ha 8 stanze arredate e provviste di bagno, una cucina comune e una sala da pranzo, oltre ad uno spazio esterno con l’orto. Questa primo intervento di co-abitazione nasce in risposta ad un’emergenza specifica, l’idea è di trovare la sostenibilità per integrare il servizio con percorsi volti all’autonomia abitativa, oltre ad attivare iniziative e scambi di pubblica utilità fra gli ospiti e la comunità.
La struttura in contrada Chiodi è la prima casa d’accoglienza a cui ne seguiranno altre, poiché il Comune di Brindisi ha vinto il PON legalità del Ministero dell’Interno col progetto “Prima la casa. Rete di case contro il disagio abitativo”. Con il finanziamento ottenuto recupereremo altri due beni confiscati alla criminalità organizzata, uno al quartiere Santa Chiara e l’altro al Casale. La rete di case d’accoglienza diffuse crescerà ed è la nostra risposta concreta e dignitosa a differenti forme di disagio abitativo presenti in città. Un sistema temporaneo di accoglienza capace di stimolare il reinserimento.

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1 COMMENTO

  1. Bene, ma non deve essere un caso isolato, ne deve mancare controllo una volta assegnati gli alloggi. Bisogna cominciare dai più disagiati, dagli ultimi come dice Papa Francesco, mettendo da parte gli interessi personali o politici.

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