“A giugno sarà dissesto finanziario. Il Piano fa acqua da tutte le parti”

Detto fatto: il sindaco Riccardo Rossi in queste settimane si è preoccupato di smentire qualsiasi campanello di allarme lanciato dalle opposizioni consiliari perché forse sapeva già che avrebbe ignorato tutti i preoccupanti segnali evidenziati dai dirigenti nelle relazioni riguardanti ciascun settore dell’Ente.

Ed in effetti, stamattina, in conferenza dei capigruppo e poi in conferenza stampa, si è limitato a dire che “in fin dei conti, i rincari riguarderanno 200 persone su 87.000 cittadini”.

E’ falso! Rossi fa finta di non capire che se si abbassa l’ISEE per i ticket della mensa scolastica si colpiscono tantissime famiglie, che se si elimina il trasporto alunni dalle contrade si danneggiano tantissimi concittadini (e il contributo comunale di 100 euro servirà a ben poco), con il rischio che aumenterà l’abbandono scolastico, che se si internalizza la riscossione dei tributi si perdono venti posti di lavoro, che se si riducono i trasferimenti alla BMS sono a rischio 150 posti di lavoro, che se si riducono del 20% gli investimenti nei servizi sociali qualcuno ci rimetterà il proprio posto di lavoro.

E non sarà roba da poco la riduzione da 500.000 a 50.000 del contributo “malattia” che consentiva a tanti ammalati di usufruire di un aiuto di 500 euro per visite specialistiche e acquisto di farmaci.

Il sindaco, poi, ha tentato di far passare come una cosa normale il fatto che ci sarà un aumento del ticket degli asili nido per molte fasce di reddito o che lo stesso sarà compensato dal “bonus” erogato dallo Stato. Quel bonus – e Rossi lo sa bene – doveva servire ad aiutare le famiglie in difficoltà e non a finanziare ulteriormente il Comune. E poi ci sono i fruitori della navetta che collega via Spalato con i corsi, i quali dovranno pagare un euro a corsa.

A tutto ciò si aggiunga la vendita dei “gioielli di famiglia” e cioè delle farmacie comunali e delle piscine comunali che, fino a prova contraria, producono redditi e non debiti per il Comune.

Ma tutto questo è niente rispetto alla situazione reale in cui versa il Comune di Brindisi e che la giunta-Rossi ha impiegato un anno e mezzo (mettendoci tanto di suo…) per capire…………….

Oggi, infatti, ci stanno propinando i cosiddetti “panniccelli caldi”, ma sanno bene che a giugno il Comune di Brindisi corre il serio rischio di andare in dissesto finanziario in quanto il piano di alienazioni fa acqua da tutte le parti. Non lo dico io, lo dice lo stesso Dirigente dr. Simeone il quale, nella sua nota di accompagnamento alla delibera di riequilibrio, espressamente riconosce che “è doveroso, però, segnalare la maggiore criticità delle previsioni con particolare riferimento all’esercizio 2020 che prevede tra le entrate misure straordinarie che, ove non rispettate, porteranno ad una dichiarazione di squilibrio già a metà del 2020“. Queste misure straordinarie sono, ad esempio, la vendita delle farmacie, delle piscine, il rilascio di concessioni cimiteriali per €. 1.695,00, il rilascio di permessi a costruire per oneri da condono e permessi a costruire e sembra abbastanza improbabile che, in pochi mesi, si ottenga tutto ciò. E’ quindi evidente che, il vero piano, si farà a giugno.
Ora, a pensar male si potrebbe dire che si sta facendo di tutto per superare lo scoglio delle elezioni regionali di maggio. Dopo di che potrà succedere di tutto. Ed a rimetterci, ancora una volta, saranno i brindisini che si erano fidati di questo sindaco e della sua maggioranza.

 

Avv. Carmela Lo Martire

 

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