Acque Chiare: “Il sindaco Rossi si assuma la responsabilità di chiarire definitivamente la destinazione urbanistica della zona”

Massimiliano Oggiano

La vicenda di Acque Chiare, nonostante la Cassazione ha chiuso dopo 12 anni il caso con la revoca del sequestro delle unità immobiliari (170 villette tornate nella piena disponibilità dei legittimi acquirenti ritenuti in buona fede) insieme  alla prescrizione dei reati, continua a trascinarsi senza che l’Amministrazione comunale abbia chiarito cosa intenda fare e quale    destinazione finale dare alla zona. E’ passato un anno e mezzo da quando la Corte di Cassazione si è definitivamente espressa ed il PUG che avrebbe dovuto essere lo strumento principale con il quale risolvere la destinazione urbanistica di Acque Chiare   è ancora un lontano miraggio. Con l’aggravante che si vorrebbe addirittura dichiarare decaduto l’Accordo di programma sottoscritto con la Regione Puglia che consentì la trasformazione della zona in questione da agricola in zona per lo sviluppo turistico-alberghiero, con tutte le relative conseguenze che forse non sono state adeguatamente valutate: la dichiarazione di lottizzazione abusiva con relative ordinanze di demolizione delle 170 villette, ed in caso di inosservanza la demolizione in danno e/o acquisizione del comparto al patrimonio del Comune. In materia urbanistica il Comune di Brindisi continua a dimostrare, nel nome della imperante “burocrazia difensiva”,   unainterpretazione delle norme e degli accordi istituzionali sempre più creativa, volendo utilizzare un eufemismo. Ma non finisce qui: perché se mai l’Amministrazione comunale dovesse pervicacemente sostenere decaduto l’Accordo di programma dovrà retrocedere circa 7.000.000 di euro alla società Acque Chiare srl (nel frattempo fallita) che la stessa ha investito in opere di urbanizzazione  proprio in affidamento a quell’Accordo di programma dichiarato decaduto! Non si riescono a mettere due luminarie natalizie, garantire servizi essenziali di assistenza ai disabili ed agli anziani  e tanto altro ancora  figuriamoci sostenere questa eventuale ulteriore batosta!E non è ancora finita perché l’Amministrazione comunaledovrebbe retrocedere anche i tributi comunali percepiti in 12 anni dai proprietari delle 170 villette. Siamo su scherzi a parte? Mi auguro di no. I principi che reggono la pubblica amministrazione efficacia, efficienza, economicità e trasparenza sono affiancati anche dal buon senso e dalla ragionevolezza degli atti amministrativi quello che appunto serve per affrontare con lucidità autorevolezza e fermezza la vicenda in questione. Si tratta di affrontare  e tutelare interessi diffusi collettivi meritevoli di attenzione non certo di tutelare singoli  interessi. Il Sindaco Rossi usi la sua autorevolezza e la sua vicinanza politica alla Regione Puglia di Emiliano per dipanare le nubi che continuano ad addensarsi su Acque Chiare. Una soluzione che mi permetto di suggerire al Sindaco Rossi, di natura prettamente politica, è quella non certo di dichiarare decaduto l’Accordo di Programma ma di rivederlo di concerto con la Regione, circoscrivendone le parti violate e stabilendo le condizioni per il superamento delle criticità riscontrate per riportare lo stesso in una nuova visione urbanistica di Acque Chiare che veda comunque protagonisti il Comune ed i legittimi proprietari.

Dott. Massimiliano Oggiano

Capogruppo Fratelli d’Italia

Vicepresidente del Consiglio Comunale di Brindisi

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2 COMMENTI

  1. Spero vada tutto per il meglio, i brindisini e Brindisi non merita un ulteriore sfacelo, il signor sindaco Rossi deve fare di tutto per fare rivivere la zona nord visto che la zona sud della città sembra irrecuperabile, cortesi saluti, Magri’Giuseppe

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