Acque Sinni ed ex Ilva, Amati: “Sono contento che i 5 Stelle abbiano cambiato idea sul programma”

fabiano amati

“I parlamentari del M5S riferiscono di aver fatto cambiare idea al sottosegretario Mario Turco sull’acqua del Sinni. Me ne rallegro. L’opera sarà dunque realizzata e l’ex Ilva di Taranto utilizzerà l’acqua trattata dei depuratori della città, così da consentire l’utilizzo dell’acqua del Sinni per invasare la diga Pappadai e aiutare i cittadini delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. Ho temuto per la sorte del mio vecchio programma, altamente innovativo, e per questo ho usato toni sostenuti. Sono a disposizione di Turco per ogni forma di collaborazione”.
Lo comunica il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio commentando l’incontro di oggi tra i parlamentari M5S, Giovanni Vianello e Giampaolo Cassese, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco, nel corso del quale è stata confermata l’attuazione dell’opera.
“Voglio ricordare che proprio venerdì scorso, in un vertice in Prefettura a Taranto, il sottosegretario Turco aveva evidenziato che il programma relativo all’uso per la fabbrica dell’acqua dei depuratori non poteva andare avanti, anche perché ritenuto irrealizzabile dai commissari Ilva e da ArcelorMittal, annunciando che i reflui della depurazione sarebbero stati canalizzati verso l’agricoltura e altri settori. Questa notizia mi aveva destato molta amarezza perché attivato anni fa durante la mia gestione dell’assessorato regionale alle Opere pubbliche, attraversando anche notevoli tensioni con la famiglia Riva e i suoi ambasciatori in tempi in cui erano celebrati a ogni latitudine. In ogni caso, dopo aver offerto la mia piena collaborazione politica e tecnica – prosegue Amati – affinché l’iniziativa si possa portare a termine, la conferma di oggi mi fa ben sperare che i fatti e la visione futura delle cose siano in grado di mettere d’accordo anche opinioni discordanti. Voglio infine sottolineare – conclude – che le acque del Sinni sono così preziose che non possono continuare a essere utilizzate per scopi industriali, soprattutto se l’alternativa per il processo produttivo è a portata di mano”.

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