Giusto una settimana, ancora, prima di Natale: per chi avesse in mente di regalare un libro, la libreria offre moltissimi spunti di ispirazione e innumerevoli possibilità. Ma soprattutto consente di poter regalare qualcosa in più che un semplice oggetto: accanto al valore materiale di un libro, sempre mirabile scrigno di sapienza tipografica, c’è il messaggio che ciascun volume intrinsecamente contiene e che noi completiamo. Che sia una dichiarazione d’amore, un segno d’amicizia, un invito a pensare, un assaggio di conoscenza, ci auguriamo che possiate ritagliarvi un momento per rilassarvi e compiere con la dovuta cura e attenzione la scelta del vostro dono, e del vostro messaggio.
I consigli di lettura di questa settimana, dunque.
Per la narrativa, Il simpatizzante di Viet Thanh Nguyen (Neri Pozza): vincitore del premio Pulitzer 2016, è il romanzo d’esordio dello scrittore vietnamita-americano che racconta la guerra del Vietnam attraverso le parole del Capitano, voce narrante che rimarrà priva di nome per tutto il romanzo. La storia prende avvio nell’aprile 1975 a Saigon e il protagonista, sin dalla prima pagina, non fa mistero del ruolo che la narrazione gli riserva (ォSono una spia, un dormiente, un fantasma, un uomo con due facceサ): l’uomo è sia l’aiutante di campo del capo della Polizia Nazionale del Vietnam del Sud che un agente segreto comunista; segue, spia i sud-vietnamiti e informa il suo addestratore tra le fila dei vietcong. Il suo è un dilemma interiore, un Io lacerato tra l’amore e l’odio per l’America dove è cresciuto, che traspare dal fondo del romanzo: la tragicità della Storia incontra tuttavia lo humour nero dell’autore, che cala il protagonista in situazioni surreali, nel tragicomico delle esperienze.
Gli occhi della Gioconda di Alberto Angela (Rizzoli) è un saggio del noto studioso – da molti anni volto della divulgazione scientifica televisiva – sul quadro più famoso del mondo. A partire dall’enigma irrisolto dello sguardo, il libro approfondisce l’analisi della Gioconda contestualizzandola storicamente, in un rimando continuo e stimolante alle vicende dell’indimenticabile epoca rinascimentale. Ancora una volta non potremo non restare affascinati dalla personalità e dalla incontenibile mente di Leonardo, che in ogni dettaglio dei suoi capolavori pare concentrare interi campi del sapere.
Infine, per i ragazzi che amano sognare tra le righe di avventure fantastiche, segnaliamo la recentissima uscita di Everlasting. Il nuovo mondo di Anita Book (Golem edizioni). Il libro, appassionante primo capitolo di una saga, riprende la consolidata tradizione letteraria dei viaggi fantastici, trasportandoci negli incantati boschi che circondano la città norvegese di Trondheim: è lì che Henrik, protagonista diciannovenne e voce narrante della storia, incontrerà una misteriosa creatura che lo condurrà nell’inaccessibile città-stato retta dai Telkor perché, grazie alla purezza del suo cuore, saprà lottare contro un destino ingiusto che lo lega ai misteriosi abitanti del regno di Hyperion. Un romanzo che, dal classico tema della discesa ad inferos, agli universi complessi nati dall’immaginazione di J.R.R. Tolkien e di J.K. Rowling, è un giardino di riferimenti letterari tutti da cogliere.
Uno degli elementi che rende magico il sorriso della Gioconda è l’impossibilità di coglierne un’espressione definita. Lo storico dell’arte Ernst Gombrich (1909-2001) notò per primo la ragione per cui l’espressione è indefinibile. Si tratta dell’applicazione della tecnica dello sfumato che attenua i contorni agli angoli degli occhi e della bocca, rendendo l’espressione enigmatica. Essa sembra veramente guardarci e mutare sotto i nostri occhi. Questa cosa ci costringe a guardarla e tentare di interpretarla sempre con nuovo interesse. Gli occhi della Gioconda inoltre sembrano quasi seguirci quando ci spostiamo. Per questo motivo, probabilmente, non ha sopracciglia, per non ridurre l’effetto dello sfumato. Il quadro diventa uno specchio magico, in quanto, secondo il professor Mario Alinei, richiama inconsciamente l’immagine del lutto, tramite la rappresentazione di una giovane donna morta con gli occhi aperti come se fosse viva, nascosta dalla bellezza ancora presente della persona raffigurata. Inoltre potrebbe essere un autoritratto al femminile di Leonardo. Per ultimo, di conseguenza, un rimando subliminale al volto sindonico, fotografato nel 1988 per la prima volta, in quanto somigliante con quello dell’Autoritratto di Leonardo da Vinci conservato a Torino. L’immagine della Gioconda è diventata un’icona, quasi un volto archetipo. Ma di volto archetipo ne esiste solo Uno. Cfr. ebook/kindle. La Gioconda: uno specchio magico.