Addio al creatore del famoso tubino alla Audrey Hepburn – Monsieur Givenchy

Per chi non ha mai pensato a chi si deve il merito di un tubino passato alla storia e soprattutto a chi, da intenditore di moda, ha sempre venerato uno degli abiti più semplici ma prepotentemente presenti nell’armadio di ogni lady (che in fatto di eleganza e stile hanno fatto si che semplicità e disarmante sobrietà potessero far parlare di lui piuttosto che di mille gesti di una donna), questa grande invenzione appartiene ad uno dei più grandi stilisti di tutti i tempi; ideatore del tubo iconica Audrey Hepburn, dichiarata dallo stesso stilista come suo “amore platonico” che oggi ci lascia per sempre.

Un abito quindi che ha consacrato uno dei più grandi stilisti di ogni tempo e che nonostante ci abbia lasciato lo ricorderemo per sempre. Addio Monsieur Hubert. E proprio così…uno dei più importanti stilisti francesi si è spento poche ore fa all’età di 91 anni nel suo castello alle porte di Parigi. A darne la triste notizia il suo compagno, anche lui stilista di nome Philippe Venet.

A soli 25 anni Hubert viene travolto da un irrefrenabile successo dopo aver vestito donne come Jacqueline Kennedy, l’imperatrice Farah Pahlavi, la principessa Grace, la duchessa di Windsor e attrici del calibro Greta Garbo, Jeanne Moreau e Ingrid Bergman.

Noto al pubblico italiano per aver creato  gli abiti di scena del noto film “Vacanze Romane” trova la sua notorietà tra gli anni 50 e gli anni 60, anni in cui da alla luce le creazioni più famose della moda internazionale. Tra le tante creazioni ricordiamo l’abito a sacco, il famosissimo baby doll, il mantello a collo, l’abito a palloncino e l’intramontabile abito a bustino.

Tra i suoi più noti direttori creativi ricordiamo il pugliese Riccardo Tisci che ha riportato la fama della griffe agli antichi splendori.

Un aristocratico per eccellenza, dai modi raffinati e con una eleganza squisitamente naturale ha segnato la storia della moda per oltre 50 anni, partendo dall’École Nationale Superieure des Art a Parigi e dopo aver fatto  apprendistato negli atelier di alcuni degli stilisti più in voga dell’epoca: da Jacques Fath a Piguet, da Luciene Lelong a Schiaparelli, per decidere di aprire a soli 27 anni e contro il parere della famiglia borghese e protestante la sua grande maison.

Maniacalmente affezionato alla cura dei dettagli, perfezionista ma altrettanto capace di entrare nella storia della moda per la sua innata fantasia e creatività.

In una delle ultime sue apparizioni e soprattutto in occasione dell’inaugurazione della mostra a lui dedicata alla Cite Internationale de la Dentelle et de la Mode di Calais, dichiarava di aver fatto della sua professione l’arma più potente per rendere felici gli altri solo grazie ad una idea.

Il suo patrimonio lo lascia alle donne di oggi, donne che amava rendere belle. La sua moda è stata una moda fatta di forme comode e avvolgenti, libere da imbottiture, lacci e bottoni. Un vero e proprio compito di geometria dove anche solo per un millimetro sbagliato  si smontava e si rimontava un abito solo affinchè potesse essere perfettamente adatto per chi lo avrebbe indossato.

Addio Hubert.

 

 

 

 

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