Alla Milano Fashion week sbarca “Daydream”, la collezione di Antonio Tarantino

Il filo conduttore da sempre ben ancorato alle radici di Antonio Tarantino, tra sartoria e artigianalità, conferendo il giusto merito al lavoro sartoriale che non può che valorizzare al meglio il prodotto: il dress code per un capo unico e inimitabile. Una visione vissuta onirica in quel di Piazza Duomo, nella sua splendida Lecce, che cingeva Antonio in quelle mattinate avvolte nel silenzio ed illuminate dal colore caldo della pietra leccese arsa, resa scintillante, quasi accecante, dai raggi dorati di un Sole complice e confidente. Oggi ha condiviso con noi, in questa collezione, il suo ricordo, quando disegnava nella mente mode e modelle che sfilavano in quella piazza per rendere materici i viaggi astrali del suo cuore. Una volta a casa, la madre s’accorgeva che non era certo stato a scuola, a tradirlo erano i suoi occhi ancora estraniati ed immersi nel sogno; non lo svegliava, ma gli offriva il pranzo come se nulla fosse. Ora che i boccioli dei sogni e delle speranze divengono fulgidi fiori, ci presenta il suo giardino incantato. Il nero come sintesi di tutti i colori. Il bianco come semplicità, sincerità e purezza, dove nulla è disegnato ma tutto in divenire, un panta rei dell’intimità, importante come il silenzio su una partitura musicale. L’acqua marina come riva cristallina, tersa ed invitante delle spiagge salentine mentre va intensificandosi il riflesso del Sole del sud, creando luminescenze intarsiate sulle onde e riflessi come ricami fragili e tremuli. Le dita delle sarte su questi tessuti avanzano come le onde del mare o come ritmo serpentino di una pennellata di sole sull’acqua che crea ricami, componendo eteree texture. Anche i motivi di nobile oro opaco parlano di un’eloquenza muta ed imperiosa, nulla ha cambiato rispetto agli originali ammirati nei musei, se non imprimendovi – con licenzioso rispetto – il suo personale punto di vista, il suo eclettico essere ed il suo visionario vissuto.

Andrea Michele Vincenti

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