BRINDISI – C’era una volta un Diodato a Brindisi che calcava i banchi di scuola elementare prima dei palchi, si faceva chiamare Tony dagli amici e non sapeva che sarebbe diventato uno smisurato talento della musica italiana odierna. Dopo pochi anni a Brindisi, si trasferì a Taranto per altre ragioni, ma approdò giovanissimo nella scena musicale romana, facendo tante importanti amicizie che lo accompagnarono ad una repentina manifestazione artistica su numerosi stage capitolini e non. La gavetta, si sà, l’hanno fatta tutti, soprattutto quei cantanti che hanno girato l’Italia per far conoscere il loro primo album anche nelle situazioni periferiche di locali e centri sociali senza pretendere elevati cachet, ma alimentando l’esplosivo desiderio di condividere le ispirazioni con una cerchia di pubblico di tutte le età e condizioni. Ed è per questo che nel 2011, dopo 20 anni di strade opposte, abbiamo riabbracciato il nostro Diodato a Brindisi, in primis da “zio rock” Camillo Fasulo di “Radia zioni” (contenitore rock on air in notturna su Ciccio Riccio fm ndr) al fine di mandare in onda un ragazzo che non aveva solo una voce da brividi, ma sapeva scrivere canzoni intense come pochi esordienti, addobbando il tutto da un sound accattivante tra il pop e il rock.
Ispirammo tutti gli ascoltatori al punto da convincerli ad ascoltarlo anche live presso la terrazza de La Capannina (noto locale Brindisino situato nei pressi del Monumento al Marinaio ndr) nella serata organizzata per il bentornato al quartiere Casale e per riabbracciare noi “amici di una vita” che lo ricordavamo bambino con sguardo sognante e ginocchia sbucciate. Fu un ricordo emozionante, soprattutto perché tutti i compagni delle elementari conservarono con dedica “E forse sono pazzo”, suo primo album inedito. La sua “cavalcata” verso un bacino di pubblico più influente, di lì a poco si sarebbe confermata grazie alla conquista del secondo classificato tra le “nuove proposte” del Festival di Sanremo 2014, grazie al brano “Babilonia”. Successivamente l’affermazione nazionale è stata rapida anche grazie a Fabio Fazio che ha creduto in lui, invitandolo in qualità di ospite fisso alla trasmissione RAI “Che tempo che fa” per presentare un omaggio a dieci evergreen della canzone italiana che subito dopo Diodato decise di custodire ufficialmente in un album dal retrogusto vintage denominato “A ritrovar bellezza”. Cresceva la fama, ma rimaneva la fame di emozioni e palchi sudati, prontamente fotografati e pubblicati sui social per noi fans sempre più propensi a seguirne le tappe. Iniziando collaborazioni con grandi cantautori e musicisti Italiani come Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours, Roy Paci e Daniele Silvestri per il suo album “Acrobati” continuava l’ascesa. Tuttavia, dopo tutta questa favola musicale, un terzo figlio artistico stava per nascere. L’album inedito “Cosa siamo diventati” etichetta Carosello Music come un nitido bagliore di approvazione in fondo alla sempre più tetra galleria della critica musicale; come un bouquet di canzoni piacevoli destinato a diventare luce calda di un sole pugliese in un mare di ascolti radiofonici nazionali. Una bellezza ritrovata stavolta dentro se stesso, tra le riflessioni intimiste di un uomo che si interroga continuamente, anche manifestando rabbia senza filtri come desiderio di rivincita. Un lavoro lungo, ma appassionato, di ricercatezza del suono quasi certosina, nata tra le mura dell’ex casa di Renzo Arbore, oggi bramato studio di registrazione dal nome “Verde Studio di Roma”, correlato da preziose chincaglierie che sono appartenute alla storia dello Spettacolo. La produzione è stata curata nuovamente dal bravissimo Daniele “IlMafio” Tortora ed anche la band non ha avuto grossi cambiamenti: sono rimasti Daniele Fiaschi alle chitarre, Duilio Galioto alle tastiere, Danilo Bigioni al basso con Alessandro Pizzonia alla batteria condivisa con Fabio Rondanini dei Calibro35 ed i fiati e gli archi firmati GnuQuartet per tre pezzi del disco. Una line-up di tutto rispetto per un solista dalla voce disarmante che afferma:
“Volevo potesse essere una fotografia nitida del mio vissuto e della mia attuale visione musicale. Ho cercato a lungo le parole giuste arrivando a scavare a fondo in un processo che talvolta, non lo nego, è stato anche doloroso. Volevo ci fosse tutta la verità, tutta la sincerità possibile. “Cosa siamo diventati” doveva rappresentarmi appieno e doveva anche essere un deciso passo in avanti rispetto ai miei precedenti lavori. Oggi posso dire d’essere davvero felice del risultato finale.” –fonte All Music Italia-
Oltre ad ascoltare “Cosa siamo diventati” a livelli big, sarebbe meraviglioso tornare a quelli che siamo stati, riascoltando Diodato live in quel di Brindisi, sempre umile, ma più maturo artisticamente. La redazione di Newspam.it augura a Diodato ispirazioni sempre più sorprendenti ed una carriera straordinaria.
Stay tuned!
Tracklist “Cosa siamo diventati”
- Uomo fragile
- Colpevoli
- Paralisi
- Fiori immaginari
- Guai
- Cosa siamo diventati
- Mi si scioglie in bocca
- La verità
- Un po’ più facile
- Di questa felicità
- Per la prima volta
- La Luce di questa stanza
DIODATO date del tour 2017.
GIOVEDÌ 2 FEBBRAIO 2017 – TORINO – HIROSHIMA
VENERDÌ 3 FEBBRAIO – MILANO – SANTERIA SOCIAL
MERCOLEDÌ 8 FEBBRAIO – ROMA – MONK (NUOVA LOCATION)
GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO – FIRENZE – SPAZIO ALFIERI
VENERDÌ 24 FEBBRAIO – NAPOLI – LANIFICIO 25
SABATO 25 FEBBRAIO – PULSANO (TA) – VILLANOVA
Emanuele Vasta