In qualità di pedagogista e Presidente Nazionale INAMEF (Istituto Nazionale in Mediazione Familiare e Penale), mi preme lanciare un allarme sociale di grave disagio psicologico che sfocia in forme gravi di manipolazione,e bullismo che si sta diffondendo e radicando tra i bambini dagli 8 anni in sù, l’accettazione, la comunicazione distorta,offensiva,denigratoria dei gruppi wp. Comprendo che non possiamo tornare indietro,non possiamo vietare l’uso del cellulare ai bambini,il cellulare e’ entrato ormai nella nostra cultura,solo che se del cellulare se ne fa un uso improprio in quanto non vengono messe in atto campagne di sensibilizzazione,educazione, e di buon uso,che devono partire dalle famiglie’dalle scuole,dai media,se non si spiega ai ragazzi e ai genitori che wp,fb,instagram possono diventare un boomerang se usati impropriamente davvero i nostri ragazzi saranno in serio pericolo.Il mio appello che rivolgo ai genitori di figli minorenni e’quello di non fare installare questi strumenti di comunicazioni distorte finche’ non abbiano compiuto i 15 anni di eta’.Il mio allarme nasce dopo aver ascoltato diversi adolescenti che hanno subito violenze psicologiche all’interno dei gruppi wp, dove all’interno di questi gruppi ci sono accuse,parolacce,minacce,denigrazioni.Nasce il branco dei virtuali che e’ maschile e femminile,branco che dietro una tastiera si sente forte,libero di fare del male a danno totale della crescita e del benessere psico-fisico dei minori che subiscono violenze psicologiche.Non lasciamoli soli…I ragazzi hanno bisogno di guardarsi negli occhi per una sana comunicazione,di vedere le espressioni del viso,di sentire gli odori,hanno bisogno del confronto e dello scontro dialettico per creare empatia tra di loro,Comunicare dietro una fredda tastiera,senza guardarsi negli occhi,senza vedere le espressioni ,senza condividere emozioni diseduca i nostri ragazzi alle emozioni, all’affettività creando loro la falsa illusione di sentirsi onnipotenti e quasi autorizzati a poter ferire i loro coetanei.Noi adulti abbiamo il dovere di intervenire.Aiutiamo i nostri ragazzi a farli riscoprire la bellezza di un dialogo sano e responsabile dove il confronto diretto diventa l’arma vincente delle buone relazioni.E’ mia intenzione rivolgermi al garante nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza. Impegniamoci tutti, professionisti, famiglie, scuole, a restituire ai nostri ragazzi l’innocenza, la purezza, la bellezza di una fase della vita che e’ forse la più bella e la più sofferta. Stiamogli accanto.
Teodora Rizzo (Latiano) Presidente Nazionale INAMEF
Beh… I ragazzini, in generale, è da decenni che, tra di loro, tra compagni e amici, utilizzano un linguaggio con parolacce, che ci sia WhatsApp o meno. Nella maggioranza dei casi, non è nessun bullismo, nessun disagio psicologico: trattasi di un gruppo di amici che ridacchia e scherza tra di loro. I ragazzi anche dedicando del tempo ai nuovi strumenti tecnologici, continuano ad aver momenti in cui si guardano in faccia e negli occhi, continuando a stare insieme come sempre ed avere rapporti interpersonali. Mi pare che di campagne scolastiche per il buon uso degli strumenti tecnologici ce ne siano fin troppe!