In questo ultimo mese, credetemi, non mi aspettavo che tante sarebbero state le attestazioni di stima ricevute. Alla mia età ci si accorge che impellente è il desiderio di verificare se e quanto si è seminato bene. Non è mia abitudine guardarmi indietro, ma in questa occasione l’ho fatto quasi ogni giorno, per richiamare parole e volti di quei tanti che hanno rafforzato in me, incrociando il mio sguardo per strada, o il mio pensiero su social e carta stampata, la convinzione di aver fatto bene a ripropormi quale candidato al Consiglio Comunale di Brindisi.
Candidarsi per un qualsiasi incarico non è mai una decisione da prendere a cuor leggero. Non è un riempitivo intellettuale né un passatempo. Ci ho pensato a lungo prima di farlo e ora che siamo prossimi al voto sento l’eccitazione della sfida che noi brindisini abbiamo lanciato e che spero non deluda nessuno: chi sarà eletto avrà davanti a sé non la realizzazione di una città ideale ma DELLA CITTÀ. LA NOSTRA.
È chiaro quanto queste elezioni amministrative siano un’ultima chance per cambiare le carte in tavola e non passare la mano. Come ho già scritto altre volte, le prossime elezioni ci offrono un’ultima opportunità di cambiamento, dopo tanti avvicendamenti amministrativi, anche commissariali, scontri e delusioni cocenti che hanno fiaccato il nostro spirito di cittadini.
Il percorso politico avviato dal movimento “Brindisi in Alto”, a sostegno del candidato alla carica di Sindaco Avv. Roberto Cavalera, rappresenta proprio la voglia di partecipare e di promuovere un percorso virtuoso a sostegno di un ritrovato spirito di cittadinanza.
Di recente mi sono imbattuto in un aforisma di Osho. Adoro gli aforismi. La considerazione, dopo averli letti, è come mai non ci sono arrivato anch’io? Dice così:
“Quando qualcuno ti chiede: “Chi sei?” e tu rispondi: “Sono un ingegnere”, dal punto di vista esistenziale la tua risposta è errata. Come potresti mai essere un ingegnere? L’ingegnere è ciò che fai, non è ciò che sei. Non chiuderti troppo nell’idea della funzione che svolgi, perché vorrebbe dire chiudersi in una prigione”.
Nella sfera professionale io faccio l’ingegnere e il docente. Poi c’è la sfera privata: lì sono un marito, un padre, da poco anche un nonno, un amico spero fidato e credo non ci sia nulla di altrettanto privato dell’essere anche un buon amministratore. Perché è nella città in cui nasciamo, viviamo, ci formiamo come individui, che si svolge la maggior parte della nostra esistenza.
Poi,ciclicamente, si è costretti ad abbandonare la nostra terra, il nostro quotidiano perché qui non c’è futuro. Diciamo allora che è per preparare questo futuro che mi sono messo nuovamente in cammino riscoprendo il gusto certamente di fare, ma principalmente di essere cittadino di BRINDISI.
Buon voto a tutti noi.
Angelo Rizziello