Il direttore artistico del “Barocco Festival Leonardo Leo”, Cosimo Prontera, da tempo auspicava un contatto con gli ambienti culturali della città di Maddaloni, centro nella provincia di Caserta, dove la storica famiglia Carafa visse trasformandosi da feudataria in ducato con vocazione al mecenatismo tra Sei e Settecento. Ma perché i Carafa? «La nostra attenzione – dice Prontera – si è concentrata sul duca Marzio Carafa, uomo di straordinario spessore culturale che arricchì la biblioteca di famiglia con libri pregevolissimi. Nel 1727 ospitò a Maddaloni il Papa Benedetto VIII, e nel 1734 accolse l’Infante di Spagna, Carlo, figlio di re Filippo V. Sposò, nel 1730, Anna Colonna, discendente da una famiglia che aveva protetto molti musicisti e nel suo palazzo accolse numerosi musicisti e compositori, ai quali chiedeva con particolare enfasi musica per violoncello. Il palazzo Carafa di Maddaloni, costruito nel Cinquecento dalla famiglia d’Avalos, fu per oltre mezzo secolo uno dei luoghi della musica più importanti del viceregno napoletano: nelle sue stanze videro la luce l’opera “Gli equivoci nel sembiante” di un appena ventenne e già geniale Alessandro Scarlatti, la “Sinfonia per violoncello e basso” di Giambattista Pergolesi e i sei concerti per violoncello che Leonardo Leo compose tra il 1737 e il 1738 “per solo servizio di Sua Eccellenza il signore Duca di Madalone”. Don Marzio era un “dilettante” – nell’accezione antica – di violoncello che commissionò lavori ai compositori del tempo. Anche il giovanissimo Pergolesi fu al suo servizio e si pensa che il celeberrimo Stabat fu commissionato da Don Marzio. Quindi – continua Prontera – la riesecuzione dei concerti che Don Lionardo compose per Don Marzio Carafa nella dimora di Maddaloni dove verosimilmente furono eseguiti per la prima volta, assume una tensione emotiva emblematica, contestualmente ad un percorso storico musicale di enorme rilievo».
Repertorio per una esecuzione non comune e di singolare potenza espressiva, affidato a musicisti di grande talento e sensibilità. Tutto sarà proposto nel pieno rispetto di una riesecuzione storicamente informata, ambiti filologici-musicali che Prontera da tempo ci propone nel “Barocco Festival Leonardo Leo” al fine di farci rivivere la medesima e coinvolgente esperienza sonora di cui, nel Settecento, i convenuti a quella prima esecuzione godettero. L’organico dell’ensemble “La Confraternita de’ Musici” sarà composto da: Gaetano Nasillo violoncello solista, Cosimo Prontera direttore al cembalo, Raffaele Tiseo violino primo, Federico Valerio violino secondo, Fabio De Leonardis violoncello, Maurizio Ria violone.
Quest’anteprima del “Barocco Festival 2024” sarà occasione per il sindaco di Maddaloni, dott. Andrea Filippo, e il sindaco della città natale di Leo, prof.ssa Silvana Errico, di incontrarsi per stringere rapporti più profondi di collaborazione e ribadire i comuni impegni per la Cultura, unico antidoto contro una volgarità dilagante, capace di superare e accorciare, nel rispetto di chi si ha di fronte, distanze e differenze. «Questi sono i nostri gioielli che tutto in mondo ci invidia: musica non strillata di una bellezza inaudita capace di rimanere nel tempo e non per il passaggio di una moda», così si è espressa il sindaco Errico.
Leonardo Leo, allora maestro della Real Cappella e considerato il più autorevole didatta attivo a Napoli, tra il settembre 1737 e l’agosto del 1738, compose sei lavori: cinque hanno l’immutato titolo “Concerti di Violoncello con V.V., per solo servizio di S.E. il sig. Duca di Madalona”, mentre l’ultimo conserva la più arcaica denominazione di “Sinfonia concertata di violoncello, con V.V”. I manoscritti ci sono pervenuti autografi e sono conservati presso la Biblioteca del Conservatorio di Napoli. Queste pagine presentano – al di là della loro bellezza – una notevole importanza storica. Insieme ai concerti di Vivaldi, composti qualche anno prima, sono tra le prime opere a vedere il violoncello in veste solistica, dunque svincolato dai compiti di basso continuo. Leo non solo riuscì a liberare il violoncello da questo ruolo, ma prese in considerazione la sua intensa sonorità con una quantità di melodie espressive e cantabili che non ha eguali nel repertorio concertistico per violoncello. Leo seppe essere innovativo anche sotto l’aspetto stilistico, alla luce della scelta di adottare nei primi movimenti un abbozzo di forma sonata (una forma pressoché sconosciuta tra i compositori attivi a Napoli nei primi decenni del XVIII secolo), che contribuisce a rendere questi concerti, concepiti secondo il collaudato modello della sonata da chiesa, più interessanti e originali rispetto alla maggior parte delle opere coeve. Sotto il profilo espressivo, Leo ottenne risultati davvero eccellenti abbinando stilemi propri del passato, come passaggi fugati, a spunti dal sapore decisamente teatrale, come il larghetto a mezza voce del “Concerto n. 1 in la maggiore”, una meravigliosa oasi di delicato lirismo e di spiccata cantabilità.
L’appuntamento è per sabato 29 giugno a Maddaloni, presso il Museo Archeologico Calatia alle ore 19.