Grandi prospettive si aprono sulla via del riformismo, grazie alla sua capacità di interpretare il nostro tempo, di comprenderlo fino in fondo, di pensare e mettere in pratica le idee per il futuro. Questa è la sua intima ragione fondativa: comprendere il tempo presente e realizzare il cambiamento per domani. Interpretare la società, i suoi bisogni e declinarli secondo le aspirazioni del futuro.
Oggi l’Italia ha questa opportunità. Quella di rompere e attraversare l’argine di una crisi che può essere un punto di svolta per i pugliesi, per l’Italia. Le regioni e i comuni che a settembre andranno al voto hanno questa opportunità: costruire il futuro, determinare il proprio destino, partendo dalla più sconcertante ed imprevedibile delle tragedie umane e socioeconomiche.
Pensare tuttavia ad un riformismo immobile, senza progetto, puramente autoreferenziale quando non distruttivo (come ci dimostrano alcune tendenze in atto dei sovranisti al governo nel mondo) vuol dire illudere se stessi oltre che i cittadini. Le destre si presenteranno unite alle prossime regionali, affinando la macchina del consenso, parlando del nulla. E nascondendo i propri scheletri negli armadi. Il loro fallimento sta nel non avere alcuna idea del futuro ed una visione illusoria del presente, oltre ad un passato discutibile. Cartelli elettorali senza strade comuni e con interessi divergenti, dispersi nei vicoli della conflittualità e del trasformismo.
Da parte delle forze che si uniscono nel sostegno ai candidati di centrosinistra è invece necessario un progetto politico forte, deciso, compatto, limpido da portare di fronte ai cittadini. Oggi il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti richiama la sindrome di Tafazzi, sottolineando la necessità di trovare la giusta coesione e le giuste alleanze attorno ai candidati Pd nelle regioni al voto. In Puglia assistiamo invece ad un esempio lampante di tafazzismo, con una spaccatura del fronte che rischia di trasformarsi nel più classico degli autogol. Significa rischiare di disperdere un’esperienza di governo che nel nostro Paese vede nel Pd una forza riformista in crescita e una straordinaria riserva di idee, progetti, innovazioni, prospettive, competenze. I pugliesi non vogliono un ritorno al passato, quello che purtroppo Italia Viva rischia di concretizzare con operazioni spregiudicate oltre che trasformistiche.
Ciò che si presenta come priorità assoluta è la lotta alle divisioni ed una proposta di governo condivisa. Nessun progetto politico resiste alle divisioni, per quanto virtuoso e lungimirante. Il grande auspicio è che la stagione del riformismo possa continuare sulla strada del cambiamento del Paese, ma con un valore in più: la forza dell’unione e della concordia.
Antonella Vincenti
Componente Segreteria Nazionale Partito Democratico