“Domandare è lecito, rispondere è cortesia”: è un vecchio detto, che al Comune di Brindisi non ha cittadinanza.
Eppure chiedere, avere accesso agli atti per informare i cittadini su fatti di particolare rilevanza, è un diritto/dovere di chi ricopre incarichi istituzionali.
E rispondere dovrebbe essere un obbligo per l’Amministrazione.
Non è così al Comune di Brindisi ove, evidentemente, la trasparenza non è di casa.
Avevamo chiesto, con una nota del 13 settembre scorso acquisita al protocollo del Comune di Brindisi lo stesso giorno (Allegato 1), di avere copia della documentazione prodotta dal Comune di Brindisi in merito al gasdotto TAP.
Ad oggi, nonostante un sollecito rivolto alla Ripartizione dal Dottor Angelo ROMA (Allegato 2), di quella documentazione non abbiamo visto ombra.
A nullo è valso citare nella nota il Decreto Legislativo 195/2005, che detta norme in materia del diritto di di accesso alle informazioni di carattere ambientale, o la Convenzione di Aarhus, che riconosce ai cittadini un ruolo determinante nelle scelte ambientali.
Probabilmente non avremmo avuto maggior successo neppure se avessimo invocato la Dichiarazione universale dei diritti umani firmata a Parigi il 10 dicembre 1948!
Fa specie leggere ora che il Ministro dell’Ambiente COSTA, dopo una attenta lettura della documentazione relativa, ha ritenuto che non vi fossero forzature o manchevolezze nelle autorizzazioni concesse per la realizzazione del metanodotto TAP.
Non è dato di sapere se tra la documentazione esaminata vi fosse anche quella prodotta dal Comune di Brindisi nel periodo della gestione commissariale.
Nella lettera indirizzata al Sindaco, espressione del Movimento Politico Brindisi Bene Comune che pure con una nota del 10 ottobre 2017 aveva chiesto al Commissario Prefettizio di vietare il passaggio del metanodotto TAP nel nostro territorio, mettevamo in risalto che il metanodotto TAP si sarebbe connesso all’impianto di trasformazione esistente in località Matagiola, come già avviene per altri metanodotti, trasformando il suddetto impianto terminale in un vero e proprio “hub metanifero” con la previsione futura di ricezione e smistamento di oltre 40 miliardi di metri cubi di gas all’anno!
Aggiungevamo che, laddove questa previsione si fosse verificata, vi sarebbe stato il rischio di nocumento alla salute dei cittadini residenti in prossimità dell’impianto di trasformazione per il probabile verificarsi di “emissioni fuggitive” di gas.
Il tutto era finalizzato a verificare, una volta in possesso delle autorizzazioni concesse, se si fossero rispettate le prescrizioni di Legge in materia di Valutazione di Impatto Ambientale o il deliberato del Consiglio Comunale del 19 dicembre 2013 con cui si esprimeva un parere unanime contrario all’arrivo del metanodotto TAP a Brindisi.
Nulla che ancora non si possa fare o richiedere!
Resta la considerazione circa l’urgenza di rafforzare le prerogative dei Consiglieri Comunali previste dall’articolo 24 dello Statuto e dall’articolo 11 del Regolamento del Consiglio Comunale, come pure già proposto da altri Gruppi consiliari di opposizione, prevedendo specifiche sanzioni per le strutture comunali che, con il loro comportamento omissivo, minano o vanificano il potere di controllo riconosciuto in capo ai componenti dell’Assise Cittadina.
Gabriele ANTONINO
(Capogruppo PRI)