Gli Organi di stampa hanno dato notizia della decisione assunta dalla Giunta Rossi di porre in vendita l’edificio che un tempo ospitava gli Uffici Finanziari e l’ex cinema Di Giulio.
Abbiamo più volte manifestato dubbi sulla possibilità concreta che queste vendite vadano realmente in porto e che si realizzino le entrate previste nel bilancio predisposto dalla Amministrazione.
Ci siamo già soffermati in passato sulle ripetute aste andate deserte per la vendita dell’ex Palazzo delle Finanze ribadendo che, a nostro giudizio, andrebbe dapprima formulata una ipotesi di riutilizzo dell’intero compendio capace di attrarre l’attenzione dei privati e, a un tempo, riqualificare questa porzione importante del centro storico.
Altri interrogativi pone la messa in vendita dell’ex cinema Di Giulio.
L’acquisto di quell’immobile fu a suo tempo molto contestato, al punto da generare due distinte inchieste della magistratura ordinaria e di quella contabile.
Entrambe le inchieste furono poi archiviate a fronte della constatazione che, grazie alla disponibilità dell’edificio, il Comune aveva beneficiato di un finanziamento comunitario di circa 2 milioni di euro, di gran lunga superiore al prezzo di acquisto.
L’intenzione dell’Amministrazione dell’epoca era quella di dar vita ad un vero e proprio circuito culturale e teatrale che mettesse in rete il nuovo teatro Verdi, finalmente aperto al pubblico grazie ad un finanziamento avuto dall’ENEL, l’ex cinema Di Giulio, destinato ad ospitare le attività delle Associazioni artistiche brindisine, e l’ex Convento delle Clarisse, anch’esso riqualificato grazie a fondi comunitari e nel quale avrebbe trovato ospitalità una sede distaccata del Conservatorio musicale di Lecce.
Erano state anche reperite le risorse per “alimentare” questo circuito.
Nella convenzione sottoscritta con la Società EDIPOWER, divenuta proprietaria della centrale elettrica di Brindisi Nord, all’articolo 14 era previsto che la stessa Società versasse al Comune di Brindisi un contributo complessivo di 1,5 milioni di euro per la realizzazione di iniziative di carattere culturale.
La programmazione di questo circuito culturale faceva parte di una più generale politica di riqualificazione del centro storico posta in essere dalla Amministrazione Comunale dell’epoca grazie ai finanziamenti ottenuti con i programmi comunitari PROTAGONIST, URBAN e alla Misura 5.1 – Asse Città – del POR PUGLIA 2000/2006, che avevano consentito il restauro e la fruizione, tra l’altro, di tutti i più importanti monumenti cittadini e di edifici storici quali Palazzo Nervegna, Palazzo Guerrieri, l’ex Convento degli Scolopi e l’ex Convento delle Clarisse.
Resta da chiedersi se una simile strategia di rilancio e riqualificazione del centro storico non conservi ancora la sua attualità anche in vista della auspicata sottoscrizione del Contratto Istituzionale di Sviluppo.
Ma ancora più pressante è la domanda sulla fine che hanno fatto i finanziamenti destinato al recupero dell’ex cinema Di Giulio, che sicuramente non potevano essere utilizzati per realizzare in quell’edificio un parcheggio, come pure era stato incautamente ipotizzato da Amministrazioni successive!
Ho avuto modo di appurare nella riunione della Commissione Bilancio, che recentemente ha trattato anche il tema della cessione di quel compendio, che i funzionari preposti hanno perso persino memoria della disponibilità di tali fondi.
Forse sarebbe giunto il momento di avviare una seria indagine per verificare quanti e quali finanziamenti ottenuti in passato sono andati perduti e di chi sia la responsabilità politica, amministrativa e contabile.
E di appurare se EDIPOWER abbia poi adempiuto all’obbligo contrattuale assunto, versando il previsto contributo di 1,5 milioni di Euro o, altrimenti, se tale obbligo non sia ancora in capo all’attuale proprietà della centrale.
Il Capogruppo PRI
(Gabriele ANTONINO)