All’indomani della approvazione in Consiglio Comunale del bilancio di previsione e del programma delle opere pubbliche per il triennio 2019/2021 avevo lanciato la proposta di un Patto per lo sviluppo di Brindisi capace di coordinare gli sforzi degli attori istituzionali e delle rappresentanze economiche e sociali e orientato alla elaborazione di un programma organico di sviluppo del territorio idoneo ad affrontare le sfide con cui Brindisi dovrà misurarsi nei prossimi anni e a dare risposte alla grave crisi economica ed occupazionale che investe la nostra città.
Sul tema sono poi intervenuti diversi esponenti del PRI ricordando le esperienze pattizie che il territorio ha saputo esprimere in passato, individuando i possibili strumenti normativi di intervento, evidenziando alcune aree di crisi, proponendo soluzioni per far fronte ai problemi che deriveranno dalla cosiddetta decarbonizzazione, con la programmata dismissione della Centrale ENEL di Cerano, delineando segmenti di possibile intervento come la chimica verde o i processi di rigenerazione urbana.
Avevo auspicato che sul tema si aprisse un dibattito che coinvolgesse tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale e anche, se non soprattutto!, le Associazioni datoriali e le Organizzazioni Sindacali.
Da queste ultime è venuta nella giornata di ieri una risposta importante.
L’invito rivolto al Governo, alla Regione Puglia ed agli Enti Locali Territoriali di attivare un Contratto Istituzionale di Sviluppo per Brindisi, analogamente a quanto giù avvenuto per Taranto, Foggia e Matera, andrebbe immediatamente colto.
Tanto più che l’intervenuta approvazione del Piano strategico della ZES Adriatica, in cui è ricompreso il territorio di Brindisi, offre anche un contesto ideale per favorire l’avvio di iniziative private capaci di creare sviluppo ed occupazione.
Non si tratta tanto di invocare finanziamenti a pioggia, estremamente improbabili, attese le difficoltà economiche in cui si dibatte il nostro Paese, con risorse sempre più esigue da destinare agli investimenti pubblici, quanto piuttosto di saper mettere a regime la dotazione infrastrutturale di cui Brindisi già dispone; di liberare gli investimenti già programmati dalle pastoie burocratiche in cui sono rimasti impigliati; di favorire le iniziative imprenditoriali garantendo tempi certi di rilascio delle autorizzazioni; di far si che anche il territorio di Brindisi utilizzi al meglio le risorse che la Regione Puglia già pone a disposizione di quanti intendono avviare nuove attività o ampliare quelle giù esistenti.
Il rischio, altrimenti, è che a fronte di risorse disponibili non vi sia nessuno disposto ad utilizzarle!
E’ quanto rischia di accadere, ad esempio, con le risorse derivanti dal recente rifinanziamento della Legge 181/1999 con cui sono stati posti a disposizione dei privati risorse per più di 10 milioni di Euro.
Da questo punto di vista il ruolo degli Enti Locali può rivelarsi essenziale.
Avviare una azione di marketing localizzativo e di attrazione di investimenti; predisporre un “kit localizzativo” a complemento delle azioni già previste nell’ambito delle ZES; rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato anche nella realizzazione delle opere pubbliche, come pure è previsto nel programma degli interventi per il triennio 2019/2021, attraverso procedure trasparenti di selezione dei partners; liberarsi dai condizionamenti di una struttura burocratica spesso incline ad opporre rifiuti ad ogni possibile iniziativa imprenditoriale, recuperando il ruolo di indirizzo e controllo che la Legge assegna agli Organi di espressione politica: è questa la vera sfida che devono saper cogliere anche gli Enti Locali, ed in primis il Comune, per divenire essi stessi attori dello sviluppo del territorio.
In questa direzione continuerò a svolgere la mia azione di stimolo e di proposta all’interno del Consiglio Comunale confidando che la necessità di intervenire rapidamente e con tutti gli strumenti possibili per porre un argine alla crisi che investe Brindisi divenga quanto prima patrimonio anche delle altre forze politiche rappresentate nella Assise Cittadina.
Il Capogruppo Consiliare
Gabriele ANTONINO