LECCE – Nella giornata di venerdì 17 maggio 2024, presso il punto vendita CityModa di Lecce, è stato possibile prenotare una consulenza privata e gratuita con Maya Seclì, 26 anni, salentina, consulente di immagine dal 2020. (Instagram: @armocromaya)
Molto seguita sui social, Maya lavora anche come armocromista offrendo una sessione da un’ora e 45 circa durante la quale non solo analizza a fondo quelli che sono i colori che fanno parte di noi, ma anche i sottotoni della pelle, le forme e modelli d’abito che più si adattano al nostro corpo e il tipo gioielli che più mettono in luce il nostro incarnato.
Come ti sei appassionata a questo mondo?
Ho scoperto l’armocromia per caso, sui social, vagando su internet un po’ come tutti facevamo nelle prime settimane di chiusura covid. Ho iniziato a seguire un po’ di pagine a riguardo come quella di Rossella Migliaccio, e che da quel momento è stata la mia guru. All’inizio mi ero semplicemente appassionata senza nessun altro fine, se non quello della lettura di libri su questo argomento per puro divertimento, una passione fine a sé stessa. Poi, pian piano, è diventata sempre più di una passione, al punto da iscrivermi ai primi corsi di formazione dopo qualche mese.
Cos’hai studiato per fare di questa passione una professione?
Ci sono vari corsi: ognuno sceglie il proprio ente di riferimento, l’ istituito o il collega tramite quale formarsi. Io ho cercato, nel corso degli anni, di seguire quanti più corsi possibile. I primi corsi di armocromia che ho seguito sono stati quelli dell’istituto di Rossella Migliaccio, poi mi sono approcciata ad altro per ampliare quelle che erano le competenze e la metodologia, perché non ce n’è uno solo una. Attualmente sono specializzata in quattro metodi. Mi piace approfondire quanto più possibile quello che faccio, sia per passione sia per quella che è, attualmente, una questione lavorativa, in modo da offrire via via un servizio quanto più specifico, attento e personalizzato possibile.
Cosa significa essere un’armocromista per sé e per gli altri?
Io mi sono appassionata a questo mondo forse proprio perché ho toccato con mano e provato sulla mia pelle cosa volesse dire la differenza tra l’utilizzo di colori giusti e quelli sbagliati. Io vivevo completamente immersa nei miei colori peggiori: una volta che su di me ho capito quali fossero i peggiori, non c’è più stato ritorno. Ho visto da subito la differenza così lampante, passando da un estremo all’altro, per questo ci ho creduto da subito in maniera molto forte.
Quindi, per me, essere un’armocromista è volto prima a migliorare la mia immagine, poi il mio obiettivo è cambiato ed è iniziato ad essere quello di migliorare quella degli altri.
Qual è secondo te la funzione del colore nell’abito e nel make up?
Risponderei con una citazione di una grande costumista di Hollywood, proprio dov’è nata l’armocromia e la Color Analysis. Edith Head diceva che “Quando vestiamo con l’obiettivo di aver successo, il colore è l’elemento più importante”, e io non posso che essere d’accordo. È la cosa più impattante: prima di ogni altro elemento, prima ancora che noi cominciamo a muoverci e ad avere tutti i meccanismi comunicativi, il colore è la cosa che colpisce per prima.
Perché fare la consulenza?
Perché è un investimento che dura per sempre, si fa una volta sola con la persona giusta. Con una sola consulenza si hanno le prime informazioni e poi si inizia un percorso molto più profondo alla scoperta di una vita più colorata, in tutti i sensi, non solo dal punto di vista del vestiario. La consulenza è un servizio che tocca molto più in profondità, non è mai una questione di capire se ci sta bene il nero o il fucsia, ma piuttosto è un’esigenza che le mie clienti mi dicono di avere, per puro scopo di avere un momento per sé o di rinascita. A volta capita di farla a persone che hanno avuto un problema di salute o una separazione, questo mi è capitato spesso. È uno strumento potentissimo di consapevolezza di se stessi.
Ne avrai sentite di ogni. Cosa risponderesti a chi dice che fare questa consulenza è inutile?
Secondo me, letteralmente, è da “ignoranti”, nel senso che viene ignorato il potenziale delle cose. La verità è che tutti comunichiamo sempre, a prescindere dal fatto che ne siamo consapevoli o meno. Tanto vale esserne consapevoli ed avere il controllo di quel che vogliamo dire e comunicare. Quindi non mi tocca minimamente, però tra me e me penso che chi dice questo non ha presente tutto lo studio, l’esperienza e l’apertura mentale che ci sono dietro.
Aurora Lezzi