La questione più importante che “Art 1” deve affrontare, dopo l’assemblea di Napoli e in vista della conferenza programmatica di maggio, è quella della diffusa sfiducia che larga parte della società, a partire dai ceti popolari e dai giovani, nutre nei confronti della tradizionale politica organizzata e delle sue pratiche autoreferenziali. È un problema che riguarda anche tutto il vasto campo della sinistra. Come è stato detto, in un recente intervento di Pietro Folena, “il problema per la sinistra non è quello di liberarsi di Renzi, ma di quell’humus ideologico e politico in cui Renzi, e non solo esso, è cresciuto.” Un humus che anche a sinistra ha contribuito a far diventare senso comune la fine delle ideologie, a teorizzare il superamento della destra e della sinistra, ma che, invece, ha contribuito solo a smantellare i valori fondanti di ogni pensiero socialista, mutualista, cristiano sociale, solidarista a vantaggio di quel liberismo nuovista e accattivante i cui danni sono fin troppo e tragicamente evidenti. La crisi ha fatto giustizia di questa teoria. E il referendum del 4 dicembre e i continui richiami di Papa Francesco hanno dato il loro contributo a sconfiggere questa teoria riproponendo una domanda di democrazia, di giustizia e di socialità del tutto nuove e che è rivolta a tutti coloro che a sinistra non si sono rassegnati alla deriva centrista e liberista.L’obiettivo è certamente quello di costruire un nuovo centrosinistra e avviare quello che è stato definito “un nuovo inizio con i nostri valori”. Ma rimane fondamentale e quasi una precondizione, per Art 1, “pensarsi come politica sociale” e non come o solo organizzazione della rappresentanza parlamentare e istituzionale. È questo un caposaldo per rifondare moralmente e idealmente l’agire politico.
L’interesse e l’attenzione riscontrati già in questa fase fanno ben sperare. Adesso bisogna lavorare, senza deludere le attese e le aspettative, al radicamento sociale, politico, e culturale verso questa nuova forza politica di sinistra. Occorre fare una scelta: impegnare le migliori energie per mettersi assieme ad altre esperienze, sensibilità, culture che, su pur diverse, vogliono e possono aiutare la ricostruzione di un movimento in grado di fare dell’impegno politico qualcosa che si coniuga con la realtà e con il territorio. In questi anni parti importanti della società si sono sentite abbandonate e si sono rifugiate nel non voto e nella mera protesta. Non hanno trovato risposte politiche alle loro domande e ai loro bisogni. Lavoratori, giovani, ceto medio, hanno così abbandonato la sinistra e il centrosinistra non sentendosi rappresentati ne’ dal pd e da alcune politiche dei suoi governi e ne’ da altre forze di sinistra. Bisogna ricostruire le ragioni e le proposte per un movimento in grado di includere, anche in maniera federativa, le forze di sinistra e progressiste e in grado di recuperare chi innanzitutto non si sente rappresentato o addirittura abbandonato e per dare, in questo modo, una nuova cifra al governo del paese e un contributo alla crisi della democrazia e della rappresentanza. Compito prioritario sarà quello di attrezzarsi per capire la società, le sue contraddizioni, perché solo la conoscenza della realtà può far nascere nuove e grandi idee, nuove identità e appartenenze per dare vita ad un vero e proprio programma fondamentale. Art 1 deve mantenere, allora, le caratteristiche di movimento che unisce, include e che sa stare innanzitutto dalla parte di chi lotta perché il lavoro sia e ridiventi uno strumento per realizzare un progetto di vita. Così come è importante mettere in primo piano i diritti degli ultimi per proporre e sostenere politiche economiche che modifichino quelle di questi anni per ribaltare le diseguaglianze sociali createsi. Giovani, lavoro, ambiente, diseguaglianze, solidarietà, Europa, nuovo modello di sviluppo, sono le grandi questioni ideali e programmatiche su cui la nuova forza politica dovrà misurarsi e impegnarsi. Ed è proprio sul lavoro e sui giovani che bisogna mettere assieme idee, proposte, esperienze, associazioni, competenze, per far diventare lavoro e giovani le priorità della ricostruzione di una nuova sinistra di governo; una sinistra capace anche di organizzare i necessari conflitti sociali e costruire le condizioni per una grande e originale forma di partecipazione politica della società. La democrazia e la rappresentanza hanno bisogno di conflitti e la sinistra deve essere in grado di organizzarli e di rappresentarli per rivalutarne funzione e utilità. La qualità e l’ambizione del progetto ripropongono l’idea di un movimento inclusivo che deve sapersi rivolgere non solo ai delusi del pd ma a chi in questi anni ha abbandonato il campo, l’impegno e la partecipazione. Un movimento aperto e non chiuso tra vecchi e/o nuovi ceti politici alla ricerca di ricollocazioni, un movimento ricco di passioni, di competenze e di idee, di uomini e donne, di giovani che vogliono contribuire a superare, nel rispetto reciproco, vecchi vizi personalistici, rancori e contrapposizioni nati e consolidatisi negli anni. Mettersi in cammino con altri non significa, come si dice, far di necessità virtù, ma costruire condivisioni, rieducarsi all’ascolto e al lavoro comune, scoprirsi per la ricchezza e la sensibilità che ognuno può dare al movimento e alla costruzione di una nuova forza politica. Nessuna preclusione allora, ma rispetto verso tutti coloro che hanno scelto o che vorranno scegliere di stare, tutti, da coerenti protagonisti in Art.1. Si tratta, insomma, di non portarsi dietro, se non si vuole pregiudicare il successo del progetto, le furbizie di una vecchia e arida politica che si sono viste riproporre, ancora una volta, nel congresso del Pd e che si evidenzieranno ulteriormente nelle prossime primarie di questo partito. Non si possono fare cose nuove facendo le stesse cose di sempre. Così come non c’è bisogno di avere nuovi partitini di autotutela di piccoli gruppi di eletti: condizione questa che darebbe fiato solo al trasformismo e non forza e credibilità ad un progetto ambizioso e inclusivo.Questo è il contributo prezioso che si può dare al rinnovamento della politica e alla costruzione di un nuovo centrosinistra di cui Art.1 si deve sentire protagonista e costruttore leale.
Carmine Dipietrangelo
Ma ritirati in buon ordine…..ancora parli….