A settembre inoltrato, non si conoscono ancora le graduatorie nè le tariffe e la data di apertura degli asili nido comunali di Brindisi. L’inerzia della Giunta e dell’assessorato ai servizi sociali si sta rivelando drammatica e rischia di compromettere gravemente la qualità e la stessa sopravvivenza delle strutture.
Un disagio per le famiglie ed una vera e propria mortificazione per tutti gli operatori che hanno reso i nidi pubblici della città il fiore all’occhiello dei servizi socio educativi.
Dopo aver subito l’umiliazione di non poter riavviare i servizi per l’infanzia 0-3 anni che il DPCM dell’11 giugno aveva, invece, consentito nella terza fase dell’emergenza Covid, neanche l’autunno porta buone notizie per chi ha cresciuto, educato e preparato alla scuola, decine di bambini di Brindisi.
Non si comprendono, infatti, le ragioni che hanno portato al mancato riavvio dei servizi per l’infanzia solo per i nidi di Brindisi, mentre, in provincia, strutture gestite dalla medesima cooperativa appaltatrice hanno riaperto, prolungando, in alcuni casi, il servizio fino al 31 luglio per andare incontro alle esigenze delle famiglie e recuperare il tempo perso con i bambini.
Intanto, ad Ostuni il nido comunale è già operativo, mentre a Villa Castelli è stata fissata la data di apertura per il 14 settembre, in entrambi i casi il servizio è appaltato alla stessa cooperativa che ha in affido gli asili di Brindisi. Non si può, quindi, imputare a chi gestisce i nidi del capoluogo, né la mancata riapertura di Giugno, né la latitanza circa il nuovo anno scolastico.
Al ritardo gravissimo del nostro Comune si aggiunge l’importante decremento di domande arrivate presso gli uffici dei servizi sociali, circa cento in meno dello scorso anno e, purtroppo, sono destinate a diminuire ulteriormente in fase di conferma a causa dell’incertezza delle rette e delle date di inizio, ragioni per cui le famiglie si saranno organizzate diversamente.
Un numero inferiore di bambini iscritti corrisponde, inevitabilmente, ad un depauperamento del servizio che, al contrario, fino ad oggi, ha avuto livelli di qualità molto alti sia sotto l’aspetto didattico ma anche in termini di pulizia e refezione.
Insieme ai bambini di brindisi che perdono una grande possibilità di crescita e socializzazione, ci sono gli educatori e gli operatori che vedono avvilite le proprie qualità professionali e si interrogano sul futuro lavorativo.
E’ inaccettabile, infine, il silenzio delle consigliere comunali di pari opportunità e della stessa presidente della Commissione su un aspetto che incide pesantemente sulle dinamiche lavorative delle donne-mamme in costante ricerca di un punto di conciliazione tra famiglia e aspirazioni professionali.
Occorre trovare una soluzione, con urgenza; non si possono anteporre ragioni di bilancio, né tanto meno, questioni di equilibrio politico davanti ad una necessità inderogabile della cittadinanza e al diritto dei bambini di crescere all’interno di un percorso didattico coerente con la propria età. Educare un bambino alla condivisione , allo sviluppo delle capacità cognitive, al rispetto delle regole, in tenerissima età, significa gettare il seme per rendere gli adulti di domani più consapevoli, positivamente predisposti alla vita sociale. Rinunciare ai nostri asili nido equivale a rinunciare ad una comunità cittadina migliore, condannando alla mediocrità un’intera Città.