Anni di piani di rientro, chiusure, dismissioni, riconversioni, diverse ricognizioni, riunioni regionali, proclami ed annunci non sono stati sufficienti evidentemente a far giungere alla meta la tanto agognata stabilizzazione degli ormai decennali lavoratori precari. Tantomeno arriva la autorizzazione regionale alla assunzione di nuovi infermieri. Il problema sarebbe, si dice, il parametro utilizzato per il calcolo del fabbisogno del personale, da cui risulterebbe un surplus di infermieri nelle asl pugliesi. Fatto è, invece, che la recente ricognizione effettuata dalla ASL Brindisi ha evidenziato una carenza, nel solo stabilimento di Brindisi, di oltre cento unità infermieristiche oltre che la mancanza del doppio di operatori di supporto. Tutto pronto, inoltre, come più volte evidenziato dalla direzione strategica, per la trasformazione a tempo indeterminato dei lavoratori precari, di cui 83 gli infermieri da stabilizzare. La domanda che si pongono a questo punto i lavoratori è su quali sono i veri motivi per cui, dopo anni di lotte, condanne da parte delle istituzione europee, condanne da parte dei tribunali italiani e malgrado le recenti direttive del cd decreto Madia, ancora si tergiversa e si prende tempo, continuando a logorare la già precaria vita lavorativa e sociale dei professionisti. Si vuole forse continuare a fare cassa sulla pelle dei lavoratori? Se così è, se le intenzioni sono di tergiversare ulteriormente, siamo pronti ad intraprendere, in ogni sede, ogni forma di lotta a disposizione al fine di manifestare il nostro dissenso.
La segreteria territoriale NurSind Brindisi